La fecondazione artificiale è una perversione della natura, in sé. Non sorprende che chi la promuove voglia aggiungere perversione a perversione.
Quindi i soliti Radicali dell’associazione Luca Coscioni, si fanno in quattro per presentare “casi umani” davanti a magistrati confusi o conniventi che pian piano smantellano tutti i limiti e divieti che la legge 40 sperava di aver posto a questa pratica disumana.
Il Tribunale amministrativo regionale del Veneto, con la sentenza 00501/2015 , ha annullato la delibera regionale veneta sul limite di età a 43 anni per poter utilizzare la fecondazione assistita eterologa nelle strutture pubbliche, a differenza dell’omologa a cui si può accedere con una età superiore e «potenzialmente fertile».
Se si usasse il buon senso e la ragionevolezza, si considererebbe che una donna è potenzialmente fertile anche a 50 anni (e oltre), ma sappiamo bene che difficilmente si trovano donne di quell’età che cercano figli. E quand’anche li cercassero, difficilmente la natura glieli concederebbe, proprio perché si dovrebbe trattare di figli e non di nipoti.
Chiunque abbia figli, sa che richiedono una dose di energia psicofisica che col passare del tempo è sempre più difficile aver a disposizione.
Ma probabilmente chi si compra un figlio a più di 43 anni, avrà anche i soldi per pagarsi uno stuolo di baby sitter.
Grazie alla fecondazione artificiale, al “progresso” e al principio d’uguaglianza tirato in ballo dal TAR, dunque, si dovrebbe dare il via libera anche in Italia – come già accade all’estero – alla pratica democratica e non bigotta della “mamma – nonna”.
Fino a 40 anni – così – ci si diverte. Poi si comincia a pensare a un figlio. Poi, se non viene naturalmente, si ricorre ai “bambini sintetici” comprati in tutto o in parte sul mercato della provetta.
La mamma-nonna, del resto, provvederà a mantenersi giovane col fitness e la chirurgia plastica, così da poter competere con le mamme degli amichetti e non “sfigurare” alle recite scolastiche.
La natura dovrebbe smetterla di ostinarsi a voler porre limiti ai desideri e ai capricci umani.
Fonte: Italia Oggi
Redazione