Non è consolante dire “L’avevo detto”: tutte le persone assennate che hanno sempre criticato la fecondazione artificiale possono dirlo.
Siamo tornati tante volte sull’argomento: da ultimo qui, e poi qui e qui. Abbiamo sempre detto che è sbagliato e immorale cercare di andare contro natura, sempre. Questa, in buona sostanza, ha fatto l’uomo maschio e la donna femmina per procreare in un amplesso (che vuol dire – non a caso – “abbraccio”). Poi l’uomo con la sua tecnica si sente onnipotente e fa figli su ordinazione, in laboratorio.
Per farne uno ne muoiono dieci (quanto amore c’è per tutti questi ragazzini?), e se i gameti sono comprati al supermercato (su catalogo), di solito si mette al mondo (quando ci si riesce, ché comunque le percentuali di successo sono ancora molto basse) un orfano che non saprà mai chi l’ha geneticamente generato.
Poi abbiamo venditori di gameti con centinaia di figli, quindi fratelli che non sanno di esserlo. E poi, magari, il venditore di gameti a questi 100 figli trasmette una malattia rara. Ce ne ha parlato qualche giorno fa Il Messaggero: il “donatore 7042” (ricordiamo che è un “venditore”), in Danimarca, era portatore di una malattia genetica rara. Hanno usato il suo sperma perché non se ne sono accorti. Già sono nati dieci bambini affetti da neurofibromatosi (una specie di lebbra, come si può vedere dalla foto in alto). Il seme dell’uomo è stato usato in America, Canada, Belgio, Islanda, Georgia, Grecia, Spagna e Thailandia. Quattro famiglie stanno facendo causa alla clinica. Per un approfondimento della questione si veda qui, Assuntina Morresi su Avvenire.
Non si può neanche dire “Chi è causa del suo mal pianga se stesso”: perché le principali vittime di tutto questo sono bambini innocenti.
Redazione