Non c’è solo il femminicidio in senso stretto che va denunciato e contrastato (anche se gli va data la giusta dimensione sociale). Vanno denunciate tutte le forme di violenza sulle donne, anche quelle più subdole perché “politicamente corrette”.
Ne parla in un comunicato stampa Olimpia Tarzia, Consigliere regionale del Lazio e Presidente del Wwalf.
“In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, istituita dall’ONU nel 1999, non dobbiamo dimenticare che nel mondo esistono ancora tante donne vittime oltre che di forme di violenza manifeste, anche di soprusi nascosti.
“La violenza non è solo fisica, ma anche psicologica e spesso è quella più subdola, perché invisibile agli occhi degli altri, ma capace di annientare la persona”. Lo afferma Olimpia Tarzia, presidente della rete internazionale delle donne World Women’s Alliace for Life and Family (Wwalf).
“Violenza è anche quella che viene perpetrata nei confronti delle donne quando, prima di essere assunte, vengono sottoposte, dal datore di lavoro di turno, ad un vero e proprio interrogatorio inerente i propri progetti di maternità. Sottile ma allo stesso modo devastante è la violenza che ella subisce di fronte all’impossibilità, dettata da condizionamenti economici e sociali, di essere madre o nell’essere costretta a fare quotidiani salti mortali per conciliare la vita familiare con la vita lavorativa.
“E’ violenza quella che calpesta la dignità, spingendo una donna a non amare se stessa e il proprio corpo, tanto da arrivare a venderlo. E’ violenza quella che si tramuta in schiavitù, come la pratica dell’utero in affitto, che porta tante donne, le più povere e disperate, a trasformarsi in meri contenitori. Non c’è dubbio – conclude Tarzia – che quel 35% di donne che nel mondo ha subito violenza, potrà dissolversi soltanto grazie ad interventi legislativi concreti e ad azioni culturali ed educative incisive, che abbiano la forza di invertire la rotta dell’attuale cultura dominante basata sul profitto e sull’utilitarismo”.
Gianluca Di Bella