Quanto un certo tipo di femminismo possa “de-femminilizzare” e abbrutire le donne, rendendole abominevoli non solo agli occhi di un uomo, ma di tutto l’insieme del consesso umano, si è visto lo scorso fine settimana a Rosario, in Argentina.
Dall’8 al 10 ottobre si è tenuto infatti l’ormai consueto Incontro Nazionale delle Donne, che ha visto la partecipazione di circa 70mila esponenti di quello che un tempo era chiamato “gentil sesso”. Il numero di quante sono convenute a Rosario è un segnale positivo: significa che il 99% delle donne argentine hanno rifiutato di mischiarsi con queste disperate, portatrici di un’ideologia pornoterrorista.
Si deve parlare di pornoterrorismo perché le femministe hanno marciato nude, gridando slogan chiaramente pornografici e si sono poi abbandonate ad atti di violenza fisica, materiale e verbale. Del resto, il femminismo in sé è violento. In nome dell’emancipazione della donna, predica l’odio verso l’uomo. Il che è controproducente per lo stesso sesso femminile.
La cosiddetta “violenza di genere” altro non è che colpevolizzazione del maschio in quanto maschio. L’uomo, cioè, è colpevole per natura. Con la scusa dell’uguaglianza, si promuove la guerra tra i sessi, distruggendo la famiglia e rompendo l’armonia tra maschile e femminile. In pratica, il marxismo ha trasformato la lotta di classe in lotta di genere. In Spagna, lo abbiamo visto, c’è un vero e proprio business del femminismo. In Italia, poi, non si fa che parlare di femminicidio, falsando i dati e dimenticando di dire che questo è molto più diffuso nei Paesi “civili” e “progressisti” del Nord Europa, dove la libertà sessuale è totale.
A Rosario, le femministe hanno lasciato solo macerie dietro di sé: minacce a famiglie che uscivano dalla Messa, vetrine distrutte, lancio di bombe molotov, escrementi per strada, pareti di edifici pubblici e privati imbrattate da scritte quali “Morte al maschio“, “Sono feminazi“, “Abortisci l’eterosessualità” (teoria gender e femminismo vanno di pari passo e va sottolineato che molte manifestanti erano lesbiche), “Gesù non esiste, Maria ha abortito” e così via. Per non parlare poi del tentativo di assaltare e incendiare la cattedrale. I giovani cattolici che si sono messi a difendere la chiesa sono stati insultati, derisi, coperti di sputi e schiaffeggiati.
Sono state aggredite anche le cosiddette “Autoconvocate”, ragazze cattoliche smaniose di valorizzare il ruolo della donna (in realtà utili idiote della causa femminista radicale). Il motivo? La loro opposizione all’aborto. Le estremiste hanno infatti gridato che le donne contrarie all’aborto non sono donne, ma nemiche della libertà femminile. Ne dobbiamo dedurre, quindi, che per essere considerata femmina, una signora deve aderire alla visione politico-ideologica abortista. Se questo non è totalitarismo, come lo vogliamo chiamare?
Per avere un’idea di cosa è successo a Rosario, pubblichiamo una video-cronaca delle violenze perpetrate a cura del giornalista argentino David Rey.
Federico Catani
Fonte: Prensa Republicana (dalla cui pagina abbiamo tratto le foto, che mostrano l’assalto alla cattedrale di Rosario, difesa da molti giovani cattolici)