La festa del papà, ogni anno, è l’occasione per parlare di una figura unica e insostituibile, quanto quella della mamma, in barba alla famigerata dicitura genitore1 e genitore2. Eppure il suo ruolo prezioso e la sua peculiarità, oggi, rischiano di passare totalmente in secondo piano, a causa di quello che si propone come un movimento di “liberazione sessuale”, cioè l’ideologia del gender che anela a cancellare del tutto il binarismo maschile e femminile, anche nell’essere genitori. Ne abbiamo parlato con il professor Massimo Gandolfini presidente dell’Associazione Family Day,
Ogni anno si celebra convintamente la festa del papà che però, oggi ha un grande nemico: l’agenda gender fluid. Sta capitando che, in nome del politicamente corretto, si tenda ad annullare tutte le differenze incluse nel binarismo maschio-femmina. Un cortocircuito?
«La bellezza dell’uomo sta nella sua originalità, non ha il suo equivalente nella donna e viceversa. Il maschio ha le sue caratteristiche specifiche e la donna ha delle sue caratteristiche specifiche originali che costituiscono la sua bellezza. Parlare ed esaltare la bellezza dell’uomo e della donna, non lo si fa volendoli appiattire ed uguagliarli l’uno all’altro, io trovo che questo, dal punto di vista culturale, sia un errore enorme. L’ uomo e la donna hanno pari dignità e pari valore, ma ognuno di loro ha delle sue buone originalità che non possono e non devono essere confuse con le specificità che sono di ciascuno. Altrimenti si commette un grave errore dal punto di vista culturale, per non parlare poi, dal punto di vista biologico, in cui la bellezza della diversità, sta appunto, nella diversità».
In occasione dell’8 marzo appena passato, si ribadiscono le difficoltà delle donne madri e lavoratrici, forse si parla ancora troppo poco del ruolo del padre nella nostra società?
«Se c’è un ruolo che oggi è stato gravemente ferito è proprio il ruolo del padre. Il padre è diventato una figura collaterale di scarsissimo valore, non considerata e totalmente slegata al concetto stesso di genitorialità. Lo stesso tentativo viene fatto con la donna. Ma per la donna risulta essere molto più difficile perché comunque la fabbrica della vita ce l’ha la donna e l’uomo invece, viene totalmente emarginato».
L’omogenitorialità, lo sappiamo, non è un modello consono per la crescita di nessun bambino
«Lo ripeteremo sempre: perché un bambino cresca nella maniera più equilibrata e armonica possibile, nella sua personalità, questo bambino ha bisogno di un padre e di una madre, di una figura maschile e di una figura femminile, così si struttura in maniera armonica. Se manca uno o manca l’altro, manca l’appoggio di uno sgabello e quindi le probabilità che questo bambino possa portarsi dietro, nel proseguo della sua vita, delle carenze che possono diventare anche una deformazione o delle ferite delle sue personalità, sono tantissime. Per cui il ruolo del padre è fondamentale, così come quello della madre e i due ruoli sono complementari l’uno all’altro, per la buona strutturazione della personalità del bambino»