Capita frequentemente di identificare una persona con il mestiere che svolge e dire: «Lui è l’avvocato», «Lui è l’infermiere». E se dessimo lo stesso peso alla paternità (e alla maternità, ovviamente)? Eh sì, perché spesso il lavoro principale di un uomo è proprio l’essere un padre di famiglia, anche se noi ne conosciamo solo la professione.
Così, in occasione della Festa del Papà, già qualche anno fa il blog ProPro.it «ha cercato di stimare il potenziale stipendio dei papà, se fossero retribuiti per il lavoro che svolgono ogni giorno. Dal ruolo di chef a quello di animatore, passando per autista privato e giardiniere, un papà dovrebbe guadagnare 2.800 euro al mese».
Se consideriamo tutte le attività lavorative che svolge un uomo per essere padre, davvero ci renderemmo conto di quanto questo ruolo sia decisamente da rivalutare e da riproporre. Ingegnere, idraulico, elettricista, cuoco, psicologo, operaio e tanto altro ancora viene racchiuso in una sola persona.
Eppure, un padre è molto più di tutto ciò. Perché quand’anche fosse un operaio maldestro, uno psicologo impacciato o un “cuoco pasticcione”, ci sono mansioni proprie della paternità il cui valore non può essere stimato in alcun modo: l’amore verso la mamma, la dedizione alla famiglia, l’educazione dei figli, i sacrifici quotidiani, l’attenta custodia. Tutto questo non ha prezzo.
E niente di tutto ciò dovrebbe mai essere negato ad alcun bambino: la complementarità sessuale dei genitori è un valore estremamente importante per una sana crescita umana e affettiva. Ogni bambino, infatti, ha diritto a una mamma e un papà e nessuno dovrebbe essere privato della possibilità di fare esperienza della paternità e della maternità.
Questa festa, dunque, ci ricordi quanto prezioso e impagabile è il lavoro di un padre e serva a ridonare a questa figura quella rilevanza sociale che indiscutibilmente merita.
* articolo già pubblicato in occasione della Festa del Papà del 2020