Criticando l’iniziativa del sindaco di Firenze Matteo Renzi di istituire nella sua città un “cimitero dei non nati”, per permettere la sepoltura dei feti abortiti ai genitori che lo desiderano, Lidia Ravera, assessore alla Cultura dell Regione Lazio, ha postato sul suo blog una riflessione dai toni estremamente offensivi e inaccettabili.
La proposta del sindaco viene descritta come “brutto film, vecchio e clericale”, una tappa per la “trasformazione della legge 194 in carta straccia”, una trovata “splatter” che consiste nel “seppellire grumi di materia, chiamandoli bambino e bambina”. Queste espressioni, aberranti per la concezione dell’embrione e della vita umana che sottendono, sono accompagnate da considerazioni svilenti e umilianti del ruolo della maternità e della donna (si parla delle madri mancate come di coloro che “non sono riuscite a portare a termine il loro dovere di animali al servizio della specie”). Otretutto, mentre l’autrice si dichiara a più riprese paladina della legalità, la calpesta palesemente nel deplorare questo provvedimento amministrativo (assolutamente previsto dalla legislazione italiana) e nell’insultare l’obiezione di coscienza dei medici come una “foglia di fico”.
Si tratta di un articolo profondamente sadico, che insulta e riapre le ferite delle donne che hanno affrontato un aborto a scopo di polemica politica interna (“Ci pensi, Matteo il giovane, prima di proporsi per la guida del centro sinistra.”, in chiusura del testo), offendendo chi tenta di superare ed elaborare un trauma così drammatico (come ricorda anche la ginecologa Alessandra Kustermann).
Per questo, unendoci a numerosi appelli della società civile, chiediamo al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, di sollecitare le dimissioni dell’assessore Lidia Ravera o di ritirarle le deleghe.
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