Parla un ginecologo e non uno qualsiasi: il professor Giuseppe Noia è un clinico e cattedratico di fama internazionale con 45 anni di esperienza:
«La Ru486 genera una serie di contrazioni dolorosissime. A sette-nove settimane la placenta è ancora più coesa con l'utero, e quindi l'entità emorragica è maggiore. Il figlio è formato in maniera incredibile, anche nei suoi movimenti, perché ha il sistema nervoso, un peso importante, ha occhi, orecchie, gambe, braccia e bocca, dita di mani e piedi visibili (il piccoletto della foto ha solo 6 settimane, e già si vedono le manine, le gambine ... n.d.R). Secondo il British medical journal nel 56% dei casi il feto è espulso con tutto il sacco embrionale. Tra l'altro per l'espulsione possono volerci anche settimane, e può succedere quando meno ce lo si aspetta».
«Se la donna viene operata non vede nulla. In questo caso l'evento abortivo avviene sotto i suoi occhi, aggravando non solo il dolore ma anche minando per sempre la sua sicurezza psicologica e poi c'è un dato non sconfessato, quello delle morti da aborto farmacologico: l'aborto chirurgico è 10 volte meno pericoloso».
«La mia contrarietà alla pillola RU486 non arriva da una posizione confessionale, ma scientifica. E poi abbiamo strappato l'aborto volontario dalla clandestinità e adesso lo clandestinizziamo di nuovo in nome della legge?».