Come annunciato ieri, l'Aifa - l'Agenzia Italiana del Farmaco, sta per decidere - sembra essere questione di ore - sulla possibilità di rendere gratis la pillola anticoncezionale per tutte le donne al di sotto dei 25 anni di età.
Una decisione che sembra essere "figlia" di quanto già avvenuto in Francia e che è al vaglio in una discussione congiunta tra la Cts (Commissione tecnico scientifico) e il Cpr (Comitato prezzi e rimborso).
In realtà i tempi della decisione non sono - o non saranno, nell'eventualità - così breve poiché i nodi da sciogliere sono molti. Innanzitutto, però - e questo non lo sottolinea nessuno, se non il mondo pro life - questa eventualità giocherebbe sulla pelle di donne e bambini. Questi ultimi, infatti, sarebbe condannati sempre più spesso a non nascere, in una vera e proprio cultura dello scarto che vuole nell'uccisione di un bimbo nel grembo materno un "diritto" da tutelare. Le donne, invece, rischierebbero di essere spinte a prendere la pillola in modo indiscriminato e senza limiti, il che non sarebbe privo di rischi per la loro salute.
In secondo luogo la questione sarebbe economica e qui a farne le spese sarebbero i contribuenti italiani. Secondo quanto riportato da Il Giornale, infatti, ad oggi la platea che fa uso della pillola contraccettiva è composta da 2,5 milioni di donne. L'operazione per assicurare un accesso gratuito al farmaco alle più giovani, quindi, costerebbe almeno 200 milioni di euro, calcolando che il prezzo di una confezione va dai 4,6 euro ai 20 euro al mese.
Fonte: Il Giornale