Una finta processione con una vagina a forma di Vergine Maria. Un’immagine così blasfema che stentiamo anche a riportarne i contenuti per iscritto. E’ quanto accaduto a Padova - su cui sta indagando la Digos - durante la mobilitazione delle femministe per la “libertà” e il “diritto” ad abortire di venerdì scorso, 21 aprile.
Un vera e propria processione, tanto che il nome è stato ProChoiCessione (chiaro riferimento al mondo Pro Choice). Da alcune immagini, inoltre, si vedono i “portatori” di questa statua a volto coperto.
Non è la prima volta né di una manifestazione blasfema né tantomeno di attiviste femministe e collettivi progressisti che si rendono protagonisti di ciò, per giunta senza rendersi riconoscibili in volto. A giugno 2022, infatti, fu a Cremona che durante un Gay Pride alcuni manifestanti - anche in quel caso incappucciati - portarono in processione una statua della Madonna addirittura a seno scoperto.
Più recentemente, invece - in occasione dell’8 marzo, a Milano - furono le femministe di Non Una di Meno a rivendicare la “processione” di uno striscione con l’immagine di una vagina con le chiare sembianze della Madonna, il tutto corredato da scritte altrettanto blasfeme.
Ora, per quanto accaduto invece a Padova, la Digos sta completando un’informativa che inoltrerà alla procura del capoluogo per la manifestazione di venerdì sera in piazza Cavour, indetta dal collettivo transfemminista Non una di Meno. Durante la mobilitazione le circa sessanta attiviste presenti hanno esposto una vagina realizzata in cartapesta.
Fonte: Corriere del Veneto