In molte parti del mondo stiamo assistendo alla preoccupante instaurazione di una dittatura del pensiero unico, sempre più intollerante nei confronti di chi osa esprimere opinioni divergenti. Il caso di Juhana Pohjola è emblematico in questo senso.
Pohjola è un pastore protestante finlandese e probabilmente sarà il primo uomo occidentale nell’era post-sovietica ad essere messo sotto accusa solo per aver predicato il messaggio cristiano. Il 24 gennaio verrà giudicato insieme a un suo confratello luterano e a un membro del parlamento finlandese, Paivi Rasanen. I presunti crimini di Rasanen - in un paese che afferma di garantire la libertà di parola e di religione - includono il twittare un'immagine di un versetto della Bibbia. Le potenziali sanzioni in caso di condanna includono multe e fino a due anni di carcere.
Rasanen e Pohjola sono accusati di "incitamento all'odio" per aver rispettivamente scritto e pubblicato un opuscolo del 2004 di 24 pagine che spiega la teologia cristiana di base sul sesso e il matrimonio. Nell'opuscolo veniva appunto detto che il sesso può essere praticato esclusivamente all'interno del matrimonio, che può essere solo tra un uomo e una donna, per la vita. Il pubblico ministero finlandese sostiene che gli insegnamenti cristiani secolari sul sesso "incitano all'odio”.
Prima del processo, Rasanen e Pohjola sono stati interrogati per ore dalla polizia sulla loro teologia. Pohjola ha detto che durante l'interrogatorio la polizia sembrava considerare le credenze cristiane come “crimini mentali”. In una dichiarazione, Rasanen ha osservato che la polizia ha ammesso pubblicamente che la loro interpretazione della legge finlandese renderebbe l’atto di pubblicazione della Bibbia un “crimine d'odio”.
Fonte: The Federalist