Stiamo assistendo ad anni di propagande pro eutanasia, che presentano questa pratica come compassionevole, mentre noi pro life torniamo a ricordare ogni volta che con l'amore e le cure adeguate non ci sarebbe mai bisogno dell'eutanasia, venendo additati come insensibili e privi di umanità. In Canada, in seguito ad un incidente, un gatto di nome Ben si è ritrovato con la spina dorsale schiacciata, immobile, e, secondo i medici, non sarebbe mai più stato autosufficiente. «Ben era caduto in uno stato di depressione, non voleva più mangiare, rifiutava il cibo, si stava lasciando morire. Per i medici la soluzione meno dolorosa era una sola: eutanasia. Ma Sandy, il tecnico che lo aveva curato durante il ricovero e se ne era perdutamente innamorata, non poteva accettarlo. Decise di sottrarlo alla sentenza di morte, lo portò a casa sua, gli diede assistenza h24, conforto e una famiglia». E ora vivono insieme dal 2016, alla faccia di chi diceva che il gattino non sarebbe sopravvissuto. «Si obietterà: essendo un gatto BenBen non poteva scegliere se morire o autodeterminarsi. Perché, i bambini, i pazienti psichiatrici e malati di Alzheimer fatti fuori con un atto “compassionevole e misericordioso”, sì?».
Fonte: Tempi