Un bonus di 5mila euro alle donne in difficoltà che, nonostante questo, decidano di non abortire e quindi di accogliere una nuova vita. Era questa la misura promossa dall’assessore regionale al Welfare Rosa Barone (M5s), ma che ha subito scatenato le proteste di femministe e buona parte della maggioranza.
La Regione Puglia ha così deciso di sospendere l’aiuto. Tra le associazioni femministe insorte quella dal nome “La giusta causa” assieme alla consigliera regionale Pd Lucia Parchitelli, che accusavano l’assessora Rosa Barone (M5s) di non rispettare la libertà delle donne di decidere per l’aborto. Con la propria maggioranza in subbuglio, la giunta pugliese ha deciso di congelare la delibera.
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La delibera era stata approvata lo scorso martedì dalla giunta regionale, come detto, con lo scopo di sostenere «le donne in condizioni di difficoltà che hanno deciso di portare a termine la gravidanza e che si rivolgono ai consultori, ai Comuni o alle strutture specializzate per ricevere un sostegno» ha spiegato l’assessora Barone. «Dispiace - ha aggiunto che ne sia stato strumentalizzato il contenuto, ma nessuno può mettere in dubbio l’orientamento della Regione Puglia e dell’assessorato al Welfare, da sempre in prima linea per il diritto delle donne all’autodeterminazione». Il provvedimento puntava a garantire assistenza sia alla gravidanza che dopo il parto «con l’erogazione di servizi assistenziali integrati e multidisciplinari, he tengano conto della dimensione sia di natura medica che sociale dei bisogni rilevati»
Fonte: Open