La storia è da vero e proprio scoop. Una collaboratrice domestica di origine moldave, dopo oltre otto anni di lavoro e la rottura del contratto con la sua datrice di lavoro, si sarebbe rivolta ad un patronato per avere ciò che gli spetterebbe, ovvero la liquidazione.
Ciò che fa scalpore è il nome, pesante, della datrice di lavoro. Laura Boldrini. Proprio lei, la politica dem così tanto attiva per la difesa delle donne, delle minoranze, degli stranieri, dei diritti di lavoratrici e lavoratori.
Non solo la colf però. Secondo l'articolo del Fatto Quotidiano a firma di Selvaggia Lucarelli anche un'altra persona, un'altra collaboratrice, avrebbe denunciato dei cattivi trattamenti sul posto di lavoro da parte della Boldrini. "C'erano situazioni non belle in ufficio - si legge nell'articolo della Lucarelli - o capricci assurdi. Se l’hotel che le veniva prenotato da noi era che so, rumoroso, in piena notte magari chiamava urlando. Poi magari non ti parlava per due giorni. Io credo - racconta la donna - che ritenga un privilegio lavorare con lei, questo è il problema. Chiarisco però che alcuni dipendenti li tratta bene, specie chi la adula o chi si occupa della comunicazione, perché quello è il ramo che le interessa di più".
Poche ore dopo è arrivata la smentita della stessa Boldrini che ha affermato di essere all'opera per preparare una nota ufficiale. L'ex presidente della Camera dei Deputati ha parlato di "una ricostruzione diversa dalla realtà", dicendo che si sarebbe aspettata che le donne in questione parlassero direttamente con lei delle cose che non andavano bene sul posto di lavoro.
Fonte: Il Fatto Quotidiano