Da anni si cerca, a livello culturale e non solo, di normalizzare completamente l’omosessualità e qualsiasi altro tipo di orientamento sessuale. Basandosi proprio su questo cambiamento culturale, un transessuale che era stato denunciato per diffamazione ha fatto appello alla Corte di Cassazione argomentando che il termine “frocio”, con il quale si era rivolto su Facebook a un consigliere comunale dell’hinterland milanese, ormai non è più utilizzato in senso denigratorio.
La Corte di Cassazione due giorni fa ha però respinto l’appello e confermato la condanna, sottolineando che “questo termine è da considerarsi offensivo e lesivo della personalità del soggetto a cui è rivolto”.
Fonte: La Repubblica