31/01/2022

FLASH - La Corte inter-americana dei diritti umani depenalizza l'infanticidio

Dall’aborto all’infanticidio il passo è purtroppo breve, come dimostra una recente sentenza della Corte inter-americana dei diritti umani. Si tratta di una sentenza che riguarda un caso avvenuto nel 2008, quando nella Repubblica di El Salvador una donna di nome Manuela era stata condannata per infanticidio per aver strappato il cordone ombelicale del suo neonato e averlo gettato in una latrina dove è morto soffocato. Nel corso degli anni Manuela è diventata un'eroina per i gruppi abortisti di tutto il mondo ed ora è stata addirittura liberata dopo aver vinto una causa legale internazionale.

In una sentenza emessa il mese scorso, infatti, la Corte inter-americana dei diritti umani ha ordinato a El Salvador di liberare Manuela e di fornire a lei e alla sua famiglia dei risarcimenti per il suo processo e la sua incarcerazione. La sentenza della corte ha descritto le leggi sull'aborto di El Salvador come parte di un modello di discriminazione sistematica di genere.

La Corte inter-americana ha inoltre incredibilmente chiesto a El Salvador di rivedere le sue leggi sull'infanticidio, che attualmente consentono l'imposizione dell'intera pena detentiva prevista in caso di omicidio, ovvero dai 30 ai 50 anni di reclusione. Manuela era infatti stata condannata a trent’anni di carcere perché dichiarata colpevole di infanticidio.

Questa sentenza di fatto corona anni di campagne pro-aborto che chiedevano di depenalizzare l’infanticidio, con la scusa che finché l'aborto è criminalizzato le donne che abortiscono possono essere perseguite per infanticidio.

Fonte: Center for Family & Human Rights

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