Martedì scorso la Corte Suprema del Messico ha stabilito all'unanimità che sanzionare l'aborto è incostituzionale.
La decisione del secondo paese cattolico più grande del mondo implica che i tribunali non possono più perseguire i casi di aborto e fa seguito alla storica legalizzazione del diritto in Argentina, che è entrata in vigore all'inizio di quest'anno.
Arturo Zaldivar, presidente della Corte suprema messicana, ha salutato la decisione come "un momento spartiacque" per tutte le donne, soprattutto le più vulnerabili.
Il voto di martedì stabilisce un criterio obbligatorio per tutti i giudici del paese, rendendo non più possibile perseguire qualsiasi donna che abbia abortito senza violare i criteri della corte e della costituzione, ha affermato Zaldivar.
Il governo dello stato di Coahuila ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che la sentenza avrebbe effetti retroattivi e che qualsiasi donna imprigionata per aborto dovrebbe essere rilasciata "immediatamente".
I gruppi abortisti e le femministe hanno accolto con gioia la decisione della Corte e ora chiedono che l’aborto diventi pienamente legale. Si tratta invece di un duro colpo per i movimenti pro-life, che proprio pochi giorni fa avevano esultato per la decisione della Corte costituzionale degli USA sulla legge in Texas.
Fonte: Reuters