Lo scorso 3 ottobre Tubantia news (Paesi Bassi) ha pubblicato un articolo sulla toccante storia di Emma, una ragazza di 20 anni a cui tre anni fa era stato detto che la sua malattia mentale era troppo complessa e che non c’erano cure. I suoi medici le avevano detto che non potevano fare più nulla per la sua depressione, i suoi disturbi alimentari e le dipendenze.
Emma ha però deciso che c'era ancora speranza e ha fatto un altro tentativo. Tre anni dopo Emma sta studiando per diventare un'esperta in psichiatria e per poter ispirare e aiutare altre persone che soffrono.
La storia di Emma è stata condivisa da Tubantia dopo che il suo messaggio su LinkedIn ha ricevuto diecimila “mi piace” e centinaia di reazioni da perfetti sconosciuti.
Emma afferma nell'articolo che i suoi problemi sono iniziati quando ha avuto un disturbo alimentare all'età di 15 anni. Era diventata così debole che aveva bisogno di una sedia a rotelle. Ammette che non era consapevole di quanto fosse grave il suo disturbo alimentare. La sua salute mentale si stava deteriorando e iniziò a bere eccessivamente e a prendere narcotici.
Emma era andata in terapia, ma quando l'hanno spinta ad affrontare il suo disturbo alimentare ha risposto bevendo di più. All'età di 17 anni aveva istinti suicidi ed è stata etichettata come "senza cure". È stato deciso che il suo caso era troppo complesso. Fu a questo punto che entrò in una clinica “Yes We Can” e con il suo "allenatore giovanile" iniziò a riprendersi.
Questo è il messaggio fondamentale che Emma ha voluto condividere: "Per quanto sia difficile a volte, c'è sempre speranza. Non mi sarei mai aspettata che il mio messaggio avrebbe avuto un tale impatto, ma sono molto felice di essere stata in grado di aiutare così tante persone".
E per quanto sia speciale che tutto LinkedIn la supporti, due reazioni di alcuni conoscenti sono state le più importanti per Emma. “Penso che sia fantastico che si prendano la briga di farmi sapere che mi supportano ancora. Dopotutto, questo significa molto per me".
L'eutanasia o il suicidio assistito per le persone con malattie mentali non è altro che una forma di abbandono delle persone quando sono giunte al loro punto più basso. Emma era stata considerata troppo difficile da curare, ma con il tempo e il giusto supporto è migliorata, fino a diventare la persona sana e con tanta voglia di vivere che è adesso.
Fonte: Euthanasia Prevention Coalition