Una luce nonostante il buio. Una speranza nonostante un dramma a monte dell’intera vicenda. Sono questi i risvolti di una Vita che viene salvata, che non muore, che non viene abbandonata, che non viene uccisa. Sono queste le conseguenze - appunto di speranza e “rinascita - quando una bimba viene lasciata nella culla per la Vita, come successo lo scorso 3 maggio a Bergamo.
Un altro caso a poche settimane da quanto successo a Milano e, purtroppo, a pochi giorni dal ritrovamento - in quel caso di un neonato deceduto - in un cassonetto. Nel pomeriggio di mercoledì, infatti, gli operatori della Croce Rossa di Bergamo hanno trovato la bambina in quella che un tempo si chiamava ruota. Con la piccola, nata proprio lo stesso giorno, c'era un biglietto: «A casa, solo io e lei (come in questi 9 mesi). Non posso, ma le auguro tutto il bene e la felicità del mondo. Un bacio per sempre (dalla mamma). Vi affido un pezzo importante della mia vita, che sicuramente non dimenticherò mai».
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Un gesto senza dubbio sofferto - come dicevamo, c’è sicuramente un dramma a monte - ma intriso di un amore che durerà ben oltre 9 mesi. Un amore passato attraverso quello strumento di civiltà che sono, appunto, le Culle per la Vita.
«La piccola sta benissimo ed è già al sicuro in ospedale» hanno fatto sapere, tramite i social, gli stessi operatori della Croce Rossa. «La mamma, a cui va tutto il nostro affetto e sostegno, ha lasciato un biglietto molto toccante. I nostri Operatori in Sede hanno ancora le lacrime agli occhi. Fidati di noi e delle persone che se ne occuperanno cara Mamma, avremo cura del tuo piccolo Angelo. È in buone mani». La stessa Croce Rossa ha poi spiegato che la diffusone della notizia è stata appositamente voluta «per sensibilizzare la cittadinanza sull'esistenza delle Culle per la Vita, grazie alle quali tanti bambini possono essere salvati, e per dare alla mamma la certezza di aver preso in carico la sua bimba con cura e amore come lei chiedeva».