Aveva fatto molto discutere la decisione del Volley Pordenone di licenziare e citare per danni la pallavolista Lara Lugli, colpevole di essere rimasta incinta. Già diverse persone avevano espresso la loro solidarietà alla sportiva, ma nei giorni scorsi prima di molte partite della serie A2 di pallavolo, al momento del saluto iniziale, atleti e atlete si sono schierati con il pallone sotto la maglia, denunciando così la grave forma di discriminazione subita dalla collega, caso purtroppo non isolato nello sport professionistico italiano.
La stessa Lara Lugli ha commentato così l’episodio su “Radio Anch’io Sport”: «È stato un gesto di solidarietà bellissimo quello dei giocatori di A1 e A2, era a sostegno di tutte le donne che soffrono questa particolare situazione di disagio». La mia vicenda «ha toccato tantissime persone perché non è un caso isolato che riguarda solo me ma tante donne che si sono sentite usurpate dei loro diritti più basilari». Poi ha continuato affermando che in Italia serve un cambio di passo: «Quello della maternità è un compromesso importante che le atlete devono accettare. Tutto il mondo al di fuori dell’Italia si è scandalizzato. Adesso dobbiamo fare qualcosa per cambiare. Serve un cambio di mentalità che va di pari passo con nuove leggi e nuove tutele, sono due cose imprescindibili». Speriamo che questa vicenda faccia aprire gli occhi alle istituzioni su quelle che sono le necessità reali di chi decide di metter su famiglia.
Fonte: Corriere della Sera