L'aborto, oltre ad eliminare un bambino innocente, espone la donna che vi fa ricorso a gravi rischi per la sua salute fisica e psichica (leggere qui). Non è, quindi, un bene per la donna. Tanto meno nel caso dell'aborto farmacologico, che è dieci volte più rischioso di quello chirurgico. Con l'attuale emergenza sanitaria coronavirus, varie Ong si starebbero attivando per chiedere la promozione di questa pratica nelle mura domestiche, lasciando ancor più sole le donne di fronte a una tale difficile possibilità, alla sofferenza che comporterebbe ed ai possibili rischi. «Una lettera aperta di oltre 100 potenti Ong nazionali e internazionali (Human Rights Watch, Amnesty, Cgil, ecc.) chiede ai governi europei di autorizzare gli aborti via Internet o telefono e inviare a casa le pillole abortive. Negli stessi giorni diverse associazioni di bambini, tra cui Save the Children, hanno chiesto all’Ue di trattare come prioritaria in questa pandemia la "salute riproduttiva". Insomma, diritti “umani” per tutti, ma non per i nascituri».
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana