10/12/2020

FLASH - Ru486, Genova non rimuove i nostri manifesti, sarebbe una censura politica

I nostri manifesti contro la Ru486 non sono contro le donne, anzi, dalla loro parte. Non offendono nessuno, ma scuotono le coscienze, perché mostrano la realtà dell'aborto, quella realtà che tanti vogliono nascondere (ai danni delle donne) pur di tutelare i propri interessi: l'aborto uccide un bambino ma mette anche a rischio la salute fisica e psichica della donna, oltre che la sua stessa vita. Specialmente la procedura farmacologica (ma anche quella chirurgica). Deve esserci consentito dire questo, poiché è nel rispetto di tutti, ed è contro la democrazia tapparci la bocca solo perché si tratta di un messaggio che non piace a tutti. 

“L’art. 21 della Costituzione italiana tutela il diritto di libertà di manifestazione del pensiero come ‘pietra angolare dell’ordine democratico, cardine di democrazia nell’ordinamento generale, coessenziale al regime di libertà garantito dalla Costituzione’ (così in varie pronunce si è espressa la Corte costituzionale). La censura politica è un istituto bandito dal nostro sistema giuridico e dovere dell’Amministrazione è porsi con trasparenza ed imparzialità assoluta di fronte alle diverse espressioni del pensiero, senza alcuna possibilità di interferire nelle scelte comunicative ovvero condizionarne nel merito i contenuti, se non nelle situazioni in cui il messaggio trasmodi palesemente in formulazioni aggressive, volgari, di incitamento all’odio e alla violenza, lesive dell’onore e della reputazione delle persone”, scrive il Comune di Genova, spiegando perché non rimuoverà i nostri manifesti. 

“Il bozzetto del manifesto riporta tra le motivazioni della campagna gli articoli 2 e 32 della Costituzione, in riferimento al diritto alla vita e alla salute, dichiarando che la finalità è quella di suscitare dibattito plurale e riflessione critica su un tema in ordine al quale si registrano posizioni diversificate nell’opinione pubblica”. Una rimozione sarebbe, dunque, "un esercizio arbitrario delle potestà pubbliche".

Fonte: Genova24

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