Il 28 ottobre le Sezioni Unite della Cassazione hanno stabilito che non si configura il reato di produzione di materiale pornografico quando un over 14 acconsente alle relative riprese, anche con un adulto, purché ad uso privato.
La Cassazione ha espresso così questi nuovi principi: “Nel rispetto della volontà individuale del minore con specifico riguardo alla sfera di autonomia sessuale, il valido consenso che lo stesso può esprimere agli atti sessuali con persona minorenne o maggiorenne, ai sensi dell’art. 609 quater cod. pen., si estende alle relative riprese, sicché è da escludere, in tali ipotesi, la configurazione del reato di produzione di materiale pornografico, sempre che le immagini o i video realizzati siano frutto di una libera scelta e siano destinati all’uso esclusivo dei partecipi all’atto”.
Si tratta di una decisione assurda, che apre le porte a innumerevoli abusi e che potrebbe portare a un graduale sdoganamento della pedopornografia. Un fatto gravissimo, soprattutto considerando il quadro attuale, in cui i minori sono già esposti a innumerevoli rischi online, come denunciato anche da Pro Vita & Famiglia nell’ambito della campagna “Piccole vittime invisibili”.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana