Dalla Svezia arriva un nuovo duro colpo per tutti i promotori del genere “fluido” e delle terapie per il cambio di sesso.
L’ospedale universitario Karolinska, in Svezia, aveva già fatto parlare di sè un anno fa, quando aveva deciso di interrompere totalmente la somministrazione di bloccanti della pubertà e ormoni per la transizione di genere ai bambini e minori di 16 anni, affermando che si trattava di terapie controverse, che mancavano di supporto scientifico e che esisteva il rischio di potenziali effetti collaterali.
Ora i dirigenti dell’ospedale hanno ammesso pubblicamente di non aver fornito alla famiglie «informazioni sufficienti e chiare sugli effetti collaterali noti del trattamento» e che almeno tredici bambini sono stati danneggiati dalla somministrazione dei bloccanti della pubertà a Stoccolma.
Una vera e propria autodenuncia, che dovrebbe portare a profondi ripensamenti le autorità sanitarie di tutti quei paesi che forniscono o che programmano di fornire terapie di questo tipo, come sottolineato anche da Marina Terragni sul FeministPost, «Quanto dovremo attendere perché il Parlamento italiano si occupi della questione, salvando la vita a bambine e bambini “non conformi al genere” avviati a queste rovinose “terapie”?»
Fonte: Tempi