Ormai dire la verità può costare molto caro, soprattutto se si osa sfidare la sempre più potente lobby LGBT. Ne sa sicuramente qualcosa Maureen Martin, una donna inglese di 56 anni che si era candidata a sindaco di Lewisham, sobborgo londinese nel sud-est della capitale e che ha perso il lavoro solo per aver difeso il matrimonio tra uomo e donna.
Per supportare la sua candidatura con una sigla cristiana, “Christian Peoples Alliance” la Martin ha infatti diffuso un volantino dove prometteva battaglia contro il politically correct. Nel volantino, la donna si è anche impegnata a dare battaglia “affermando la verità del matrimonio naturale tra uomo e donna quale elemento fondamentale per una società prospera oltre che come ambiente più adeguato alla crescita dei figli”.
Per questo manifesto, che riprendeva solo i contenuti del suo partito, Maureen Martin è stata sommersa d’insulti su Twitter e i suoi capi del London & Quadrant Housing Trust (L&Q), uno dei più grandi gruppi edilizi inglesi – dove la donna lavorava in modo esemplare da 13 anni – l’hanno prima richiamata e sottoposta ad un interrogatorio e infine licenziata. Questo perché erano state presentate ben tre denunce interne a carico dell’aspirante sindaco: due, pare, da inquilini degli immobili del gruppo e una terza da parte di un ex collega della Martin.
Vicende come questa fanno davvero dubitare che in Europa esista ancora la libertà di espressione e di opinione.
Fonte: Il Timone