Le "terapie riparative" per superare l'attrazione indesiderata per le persone dello stesso sesso possono essere efficaci, benefiche e non dannose.
Dappertutto, la Gaystapo impone ai politici proni all'ideologia gender di vietare le terapie riparative: voler "curare" gli omosessuali pare sia uno dei peggiori crimini contro l'umanità.
Carolyn Pela e Philip Sutton hanno redatto uno studio rigoroso che invece spiega come la terapia per l'esplorazione della fluidità dell'attrazione sessuale e gli sforzi di cambiamento dell'orientamento sessuale se sono intraprese da un soggetto volenteroso, motivato e autodeterminato, funzionano. Ripetiamo: purché la persona interessata sia libera e volontaria.
Lo studio è stato pubblicato nel Journal of Human Sexuality valuta l'attrazione sessuale (omo ed etero) e il benessere in 75 persone adulte di sesso maschile, tra i 18 e i 35 anni. I dati hanno anche "rivelato un miglioramento clinicamente e statisticamente significativo del benessere".
I continui avvertimenti dell'American Psychological Association e di altre associazioni controqueste terapie sono disinformati, non professionali e persino non etici in termini di soddisfazione delle legittime esigenze di autodeterminazione dei clienti.
In particolare è stato confermato che le terapie non incoraggiano il suicidio, ma al contrario , la tendenza al suicicio chiede aiuto e si risolve attraverso questo tipo di terapie. Quindi le limitazioni alle terapie riparative privano le minoranze sessuali di un'importante risorsa per ridurre la suicidalità. Potremmo dire che sono decisamente... omofobe!
Inutile sottolineare che queste moderne terapie non hanno nulla di violento da più di 40 anni: niente scosse elettriche, niente bagni di ghiaccio, niente vergogna o altro.