È stato chiamato Francesco, come il nuovo papa. A scegliere il nome sono stati le infermiere e i dottori dell’ospedale San Donato di Arezzo che fino a un mese fa si sono presi cura di lui, un bambino nato senza le gambe e senza un braccino nel reparto maternità dell’ospedale.
A raccontarlo è La Nazione, in cronaca di Arezzo. Francesco è nato due mesi fa, a partorirlo una giovane originaria dell’Est Europa, non ufficialmente residente ad Arezzo. La ragazza però non lo ha riconosciuto. Così il primo mese di vita il piccolo lo ha passato tra le stanze dell’ospedale, poi, come prevede la legge, Francesco è stato affidato a un istituto sotto la giurisdizione del tribunale minorile di Firenze, in attesa di essere adottato da una famiglia.
«La storia di Francesco è una storia bellissima. Pur nella sua drammaticità testimonia la straordinaria rete dei servizi socio-sanitari della Toscana e della collaborazione pubblico/privato”. Il garante regionale per l’Infanzia e l’adolescenza, Grazia Sestini, interviene sulla vicenda. “Per ben due mesi – ricorda Sestini – l’ospedale si è preso carico del piccolo Francesco ed ha atteso che, dopo la presa in carico dei servizi sociali, il tribunale per i minorenni lo affidasse ad un casa-famiglia in attesa dell’adozione”. “Certo – ammette il garante – sarebbe stato preferibile adottare il percorso di mamma segreta, rivolto alle donne che non intendono riconoscere il bambino o che hanno difficoltà nella loro scelta. Un percorso che cerca di risolvere i loro problemi per poter tenere il bambino e comunque non le lascia sole perchè ogni abbandono porta con sè un carico di angoscia e sofferenza”. Non sappiamo se in questo caso sarebbe stato possibile o se quella madre ne era informata. Occorre, comunque, rilanciarlo con una campagna formativa ed informativa capillare”.
Fonte: Avvenire