21/02/2022 di Luca Volontè

Francia. La legge Gaillot sull’aborto ad un passo dall’approvazione

Lo scorso 16 febbraio, la legge "volta a rafforzare il diritto all'aborto", nota come legge Gaillot, è stata discussa al Senato francese nella sua terza e ultima lettura.

La maggioranza del Senato, in realtà, ha respinto il testo in blocco con 206 voti contro 129 e ha così lasciato la decisione finale all'Assemblea Nazionale (la Camera dei Deutati): quest'ultima discuterà il testo in lettura finale il 23 febbraio, proprio a ridosso della fine della legislatura e in vista delle elezioni di primavera.

Ancora una volta la conciliazione tra le posizioni dei senatori e dei deputati sembra essere impossibile, poiché i disaccordi sono profondi. Alcune rappresentanti politiche della maggioranza sono arrivate al punto di "negare agli uomini il diritto di intervenire nel dibattito, perchè questo è negare il loro ruolo nel processo di gravidanza, sia a livello personale che professionale", ha accusato il senatore Alain Milon (LR).

Diversi senatori, come Xavier Iacovelli (RDPI), hanno deplorato la questione preliminare, che lascia in definitiva l'Assemblea dei deputati a legiferare da sola, "andando così contro il bicameralismo". Ma è il vero problema che si sorge con questo governo Macron e con la maggioranza che lo sostiene è che non c’è alcuna volontà di confronto con le ragioni del Senato e delle opposizioni, svilendo così il senso del bicameralismo e la procedura delle ‘navette’, pensate appunto per evitare ‘colpi di mano’ e favorire la mediazione politica e legislativa.

Tra l’altro, su una legge così delicata e ingiusta, dove si liberalizza di fatto l’aborto in qualunque circostanza e si dilatano i tempi, la scorsa settimana nell’aula della Assemblea Nazionale erano presenti al voto solo 61 deputati su 568.

L'estensione del termine legale a 14 settimane di gravidanza è la misura principale di questa proposta pro-aborto, ma prevede anche l'autorizzazione delle ostetriche ad eseguire aborti strumentali. Il teleconsulto, inoltre, diventa possibile per le procedure di aborto negli ospedali e periodo di riflessione di due giorni dopo il colloquio psicosociale è abolito.

Va sottolineato, infine, il mantenimento della clausola di coscienza specifica. In effetti, questa clausola di coscienza "doppia" non è affatto una ridondanza e protegge tutti i professionisti della salute per la sua natura giuridica. A differenza della cosiddetta clausola generale, non è limitata da alcuna eccezione di emergenza.

Le eventuali assenze delle opposizioni, il prossimo mercoledì 23 febbraio, favoriranno l’approvazione finale della legge pro aborto o, in un sussulto di coscienza e ragione politica, le opposizioni di presenteranno in massa e dimostreranno la loro volontà di difendere i futuri cittadini francesi sin dal loro concepimento?

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