Vittima della Gaystapo questa volta è stato il tedesco Günther Oettinger, neo-commissario europeo con delega al Digitale.
In un intervento a braccio tenuto lo scorso 26 ottobre ad Amburgo, Oettinger si è lasciato andare a molte considerazioni ritenute politicamente scorrette. Ci soffermiamo solo su quelle di nostro interesse.
Innanzi tutto, di passaggio, ha notato che in Europa il numero di burocrati probabilmente supera il numero di abitanti. È stata evidentemente una battuta, ma ben fondata sulla realtà. Conosciamo bene infatti l’enorme e devastante crisi demografica del nostro continente. Del resto, se non si aiutano le famiglie, se si investe solo su aborto e contraccezione e si inculca sempre più una vera e propria cultura di morte, non c’è da stupirsene...
A suscitare scalpore però sono state altre provocazioni. Nel suo discorso, Oettinger ha ironizzato sulle priorità del suo Paese, la Germania. Ad avere il primo posto dovrebbero essere le problematiche del lavoro, della crescita economica, invece sembra ci si voglia occupare di questioni diverse. Il commissario ha dichiarato infatti che parlamento e governo tedeschi potrebbero benissimo imporre il “matrimonio” gay. Apriti cielo. L’associazionismo Lgbt, ovvero la Gaystapo, ha prontamente attaccato il commissario Ue, accusandolo di omofobia e di pronunciare “discorsi d’odio” contro la minoranza omosessuale.
Eppure, a ben pensarci, quella di Oettinger non era poi tanto una battuta. Laddove il totalitarismo arcobaleno ha prevalso, il concetto di matrimonio è stato ridefinito (e snaturato). E dopo questa ridefinizione, il passo successivo è stata l’imposizione del cosiddetto matrimonio gay a tutti, senza possibilità di replica da parte delle istituzioni locali, delle associazioni o dei privati cittadini. Il caso degli Stati Uniti al riguardo è eclatante.
Infine, il neo-commissario Ue si sarebbe macchiato di sessismo per una battuta scherzosa sulle donne. A quanto pare ha affermato che molte esponenti del gentil sesso sono arrivate dove sono arrivate solo grazie alle quote rosa. Ora, che una donna meritevole debba poter ricoprire incarichi di rilievo non ci piove. Ma è altrettanto vero – dobbiamo essere onesti – che il sistema delle quote rosa altro non è che una discriminazione al contrario: si basa infatti sul principio che una certa quantità di donne, in quanto tali, devono per forza rivestire certe posizioni. A prescindere, par di capire, dalle loro capacità. È un non senso e Oettinger l’ha fatto notare. Scatenando quindi le ire di tutto il mondo radical-chic.
E purtroppo, per salvarsi, ha dovuto chiedere scusa. La Gaystapo e le truppe femministe hanno ottenuto ancora una volta quel che volevano.
Federico Catani
#STOPuteroinaffitto: firma e fai firmare qui la petizione
contro l’inerzia delle autorità di fronte alla mercificazione delle donne e dei bambini