01/05/2015

Gender a Montelupo: i genitori sono attenti e critici

La Manif Pour Tous di Empoli, con questo comunicato stampa, ci fa il resoconto dell’incontro sul gender ( o meglio: “educazione alla parità di genere a partire dall’infanzia”) che si è tenuto in una scuola di Montelupo, di cui avevamo dato notizia.

La relatrice ha eluso le domande di alcuni genitori, sostiene la validità del  DDL Fedeli che mira ad introdurre la “educazione” di genere nelle scuole e università, modificando in modo sostanziale i libri di testo. 

All’Istituto Comprensivo “Baccio da Montelupo”, si è svolto un incontro per genitori, curato dalla Dott.ssa Irene Biemmi, ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Firenze, per trattare il tema: educazione alla parità di genere a partire dell’infanzia.

Dopo un piccolo intervento della Preside, a favore del detto “la scuola istruisce, la famiglia educa”, prende la parola la Dott.ssa, che pone una semplice domanda: “E’ giusto far coincidere il sesso biologico con la scelta educativa e sociale?”. Questa domanda parte da una premessa: l’individuo è sì maschio e femmina biologicamente, ma il suo “gender” o sesso sociale (cioè scegliere ciò che propriamente appartiene ad un uomo od una donna) è deciso dalla società stessa con le sue idee ed aspettative. A supporto di questa, la dott.ssa ha parlato di “segregazione formativa”, ovvero fenomeno secondo il quale l’individuo sceglie il suo percorso di studi in base al genere di appartenenza.
Bludental
Dai dati raccolti dalle sue ricerche, è emerso infatti che la donna rispetto all’uomo è svantaggiata e squalificata, sia dal punto di vista della carriera (ad esempio la scuola è prettamente “a sfondo rosa” invece di un’azienda in cui lavorano ingegneri, che generalmente sono tutti di sesso maschile), sia dal punto di vista della lingua italiana, la quale preferisce nella qualità e quantità dei suoi aggettivi, il sesso maschile a sfavore di quello femminile. Pertanto occorre che le maestre, nell’ambito soprattutto delle scuole materne ed elementari, siano formate in maniera tale da evitare possibili differenze o discriminazioni tra bambino e bambina.

I genitori, attenti alla spiegazione, sono intervenuti mano a mano che la dott.ssa parlava; i loro interventi, tranne uno totalmente contrario, avevano una posizione molto chiara: sì, è giusto eliminare le differenze, ma anche rispettare le attitudini proprie dell’indivuduo di sesso maschile o femminile, che sono inalienabili.

Una cosa saltata subito agli occhi è stata che l’incontro non è stato esauriente. Alla domanda: “In che modo gli insegnanti dovrebbero togliere le differenze tra bambine e bambini”, la Biemmi non ha chiarito né spiegato, è stata molto vaga. Questo ha fatto sì che i genitori, già a conoscenza di alcuni aspetti dei progetti “gender”, rimanessero sospettosi. Come sempre in queste “teorie” si rimane a livelli di astrazione totale, che sottolineano la loro lontananza dalla realtà.

1 Focus_maschi e femmine - la differenza in un gene

Le differenze uomo-donna sono il risultato evolutivo di milioni di anni che iscrivono nello stesso DNA le peculiarità delle proprie differenze. Ragion per cui queste teorie lasciano il tempo che trovano se non quando sconfinano in terribili pratiche di rieducazione dei bambini che in alcuni casi tristemente noti hanno portato al travestitismo.

La Biemmi ha scansato risposte dirette di alcuni genitori sulle tematiche gender e solo su insistenza di una mamma ha ammesso di concordare con il DDL Fedeli che mira ad introdurre la “educazione” di genere nelle scuole e università, modificando in modo sostanziale i libri di testo.

Nonostante si dica a favore della formazione alla cultura di genere o di parità, la dottoressa ha affermato di non conoscere Mario Mieli, indubbiamente uno dei “padri” storici delle teorie gender in Italia, le cui similitudini con l’azzeramento delle differenze di cui parlava la dott.ssa sono molte e a nostro avviso troppe. Proprio Mieli che viene esaltato dalla comunità LGBT è sconosciuto al grande pubblico per gli aspetti realmente disumani e brutali che hanno caratterizzato la sua vita. Era infatti un coprofago, necrofilo e pederasta, sue le agghiaccianti teorie sull’erotizzazione dei bambini per trasformarli in meri strumenti per sesso. La sua vita si è poi conclusa con un suicidio come epilogo dei suoi profondi tormenti esistenziali.

L’incontro è finito, ma non senza un po’ di animosità e di sicura perplessità da parte dei genitori.

La Manif Pour Tous di Empoli

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