In Trentino accadono fatti emblematici, indici di tendenze nazionali. Per esempio a proposito di gender a scuola.
L’Arcigay non si arrende. Nemmeno dopo l’affossamento del “ddl omofobia” a causa dei tentennamenti di alcuni consiglieri del PATT che in ultima battuta hanno deciso di non votare la legge, dopo che il loro elettorato si era mostrato fortemente contrario.
Anzi, passa all’attacco e lo fa tramite il proprio presidente, Paolo Zanella, che ieri ha respinto con decisione la proposta dei consiglieri di centro destra di rendere facoltative le lezioni di “Educazione all’affettività” tramite le quali si sta cercando in ogni modo di far penetrare l’ideologia di genere all’interno delle scuole.
Secondo Zanella questa proposta potrebbe portare ad una serie di “storture” visto che, a suo modo di vedere, un genitore “razzista o leghista” potrebbe proibire al figlio di partecipare a questo tipo di attività, arrivando addirittura al paradosso di ritirare i figli dalle lezioni di scienze quando si parla di Darwin, conclude ironicamente.
Bisogna, evidentemente, essere necessariamente “razzisti o leghisti” (noi non ci permettiamo di discutere il credo politico di nessuno, a differenza di chi si dice democratico, ma poi lo è solamente con chi la pensa come lui) per chiedere di non far partecipare i propri figli a lezioni dove potenzialmente potrebbero essere insegnate delle “storture” utilizzando la terminologia di Zanella.
Il Trentino si è già dichiarato contrario all’introduzione dell’ideologia di genere nelle scuole, ed il fallimento del “ddl omofobia” ne è una prova evidente.
L’introduzione di lezioni obbligatorie di “educazione all’affettività” è solo un modo per aggirare l’ostacolo, facendosi beffe delle volontà di cittadini e studenti.
Ribadiamo ancora una volta che la vera educazione all’affettività la devono fare le famiglie. Le scuole, previa discussione sui contenuti che andranno affrontati, senza i diktat di lobby omosessualiste che mascherandosi dietro il politicamente corretto tengono in pugno alcuni politici, hanno un ruolo sussidiario.
L’ “educazione alla cittadinanza consapevole” non si ottiene certo obbligando le fasce psicologicamente più deboli della società a seguire lezioni sull’ideologia di genere.
L.T.
DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DAI TENTATIVI DI
LEGALIZZAZIONE DELLE UNIONI CIVILI