Uno dei progetti “madre” per la diffusione dell’ideologia gender nelle scuole è “Educare alle differenze”.
Più di seicento persone hanno partecipato lo scorso settembre 2014 a due giornate di seminario tenuto a Roma dall’associazione SCOSSE e da altre associazioni.
Lo scopo esplicito [citazioni testuali dal sito www.scosse.org] “promuovere, valorizzare e difendere l’educazione alle differenze e il ruolo trasformativo della scuola pubblica nella creazione di una società libera, plurale e solidale”.
Quest’anno si terrà una seconda edizione (Educare alle differenze II) con lo scopo della “condivisione di strumenti operativi per la didattica e dell’approfondimento culturale e politico”. Si terranno “laboratori, scambio di buone pratiche, condivisione di metodologie, politiche, azioni e servizi pubblici utili”, presentare “strumenti didattici e attività da svolgere con i docenti o con i ragazzi/e”.
Sul sito www.scosse.org potete prendere visione del materiale prodotto dalla passata sessione del progetto (diviso per fasce d’età) e del piano d’azione educativa che è stato elaborato.
Giudicate voi stessi. Certamente capirete poi come si è arrivati al “Gioco del rispetto” di Trieste e ai consimili progetti realizzati in altre scuole e in altre città.
In questa sede però ci preme segnalare che tra i promotori di questi progetti “educativi” destinati ai nostri figli e ai loro insegnanti, c’è il fior fiore dell’associazionismo LGBT. Dal Circolo Mario Mieli, alla Rete Lenford (passando per Amnesty International!): più di 200 nomi visibili sempre sul sito www.scosse.org.
Tutti educatori di notevole spessore. Come per esempio l’associazione Il Cassero di Bologna, che sulla sua pagina Facebook (non bannata perché non omofobica!) presenta le foto di “Venerdì credici” una notte “blasfema e scaramantica” (definizione della stessa associazione). In confronto gli spettacoli indecorosi delle Femen a Piazza San Pietro e altrove sono roba da Orsoline.
Del resto – se leggete i documenti pubblicati da Scosse – capirete che la famiglia e la Chiesa diseducano, castrano e stereotipizzano le menti dei bambini e degli adolescenti. Sarà ora che esse vengano affidate a ben più qualificati “educatori”.
Redazione