Le 180 mila firme che abbiamo raccolto contro il gender sono servite a qualcosa?
Sono apparsi articoli pieni di sdegno e di livore sulle testate LGBT, a seguito di questo comunicato stampa di Agedo, Arcigay, ArciLesbica, Associazione Radicale Certi Diritti, Equality Italia, Famiglie Arcobaleno, Gay center, Mit (ripreso da Orizzonte scuola):
“Convocate a Roma per un workshop: il Miur dà forfait e viene data notizia della rottamazione delle azioni di contrasto al bullismo omofobico previste nell’Asse Educazione e Istruzione della Strategia Unar.
È questo l’esito disastroso della giornata organizzata dalle istituzioni ieri ( 4 giugno ndr) nella Capitale. “Ieri pomeriggio a Roma – riferiscono i portavoce delle associazioni presenti all’incontro – si è svolto un Workshop dell’Asse Educazione e Istruzione organizzato da UNAR e RE.A.DY nell’ambito della Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere. Purtroppo l’incontro, che aveva un carattere conclusivo e di valutazione delle azioni svolte, è stato totalmente negativo.
Prima di tutto molto grave è stata l’assenza del MIUR, che in collaborazione con UNAR e READY avrebbe dovuto attuare le misure previste dall’Asse Educazione e Istruzione: nessun interlocutore istituzionale a cui chieder conto di quanto fatto e di quello che si sarebbe potuto fare in futuro (...)”.
Fosse che il Ministro Giannini si sia finalmente resa conto della gravità di quello che accade nelle scuole di ogni ordine e grado?
Ma già l’anno scorso aveva risposto a un’interrogazione parlamentare di Rampelli (FdI) dicendo che si sarebbe impegnata nella lotta al contrasto di ogni forma di discriminazione, garantendo che non si sarebbero più ripetuti tentativi di introdurre l’ideologia gender nelle scuole (si riferiva agli episodi del Giulio Cesare di Roma e di Modena). Aveva detto, un anno fa :«Entro settembre saranno emanate le Linee guida per la prevenzione del fenomeno del bullismo e del cyber-bullismo, per fornire alle scuole un contesto pedagogico ed educativo di riferimento all’interno del quale promuovere autonome iniziative con il coinvolgimento degli organi collegiali scolastici». Aveva così sconfessato la “Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”, predisposta dall’Unar (Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali) in collaborazione con 29 associazioni Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) e i famosi libretti annessi.
Invece sappiamo bene quanto l’ideologia gender abbia continuato ad imperversare nelle scuole di ogni ordine e grado.
A NOI NON BASTA che il Ministro diserti un incontro con le associazioni LGBT.
E i bambini devono essere tutelati a 360 gradi, non solo a scuola, ma anche a casa: i bambini devono avere una mamma e un papà.
Per fermare la propaganda gender bisogna necessariamente fermare anche il ddl Cirinnà.
Qualsiasi tipo di legalizzazione del matrimonio gay o delle “unioni civili” ha come conseguenza lo snaturamento della famiglia e i bambini saranno deprivati del papà o della mamma. Le pseudo-famiglie arcobaleno, anche se esistono – e le persone vanno rispettate sempre – NON sono la condizione ottimale per la crescita dei bambini: NON SONO FAMIGLIE.
E, infatti, sappiamo bene che anche la maggioranza degli omosessuali non ha alcun interesse al matrimonio.
IL DISEGNO DI LEGGE CIRINNA’ DEVE ESSERE BOCCIATO.
TUTTI IN PIAZZA SAN GIOVANNI, IL 20 GIUGNO
Redazione