Secondo la teoria gender ognuno ha diritto di essere ciò che si sente di essere. Uomo, donna, trans... ma anche un gatto!
È quanto è accaduto in Norvegia, dove una ventenne ha dichiarato di sentirsi un gatto dall’età di sedici anni e ha quindi rivendicato la sua identità ‘felina’.
La ragazza norvegese sostiene di essere imprigionata nel corpo umano, ma si sente un gatto, e di essere “nata così”. E questo anche se, nella realtà, è abbastanza evidente che la ragazza non è un gatto, bensì una ragazza.
Il paradosso è però che questo ed altro, secondo l’impostazione dei teorici del gender, deve essere possibile e garantito dalla legge.
Come ha affermato Peter Sprigg del Family Research Council’s a LifeSiteNews, il caso della ragazza, pur avendo dell’assurdo, risulta essere esattamente in linea con quanto predicano le associazioni LGBT. “Ovviamente quello che afferma la ragazza è ridicolo, perché il suo DNA e l’anatomia del suo corpo mostrano perfettamente che non è un gatto”, afferma Sprigg, “ma se guardiamo bene la stessa cosa può essere detta di un uomo che pretende di essere una donna, o viceversa”.
Il DNA, infatti, non è un dato che è possibile ignorare o modificare. Un uomo travestito da donna non è una donna, è un uomo travestito da donna; esattamente come un bambino travestito da cagnolino per carnevale, rimane un bambino!
Un conto sono dunque le tendenze e i gusti sessuali, altro è dire che la realtà è quella che ci immaginiamo o desideriamo. In quest’ultimo caso, infatti, la realtà sarà sempre pronta a smentirci.
Anastasia Filippi