11/03/2015

Giochi dell’infanzia e cultura gender

La propaganda gender attraverso i giocattoli: un progetto culturale del Trentino Alto Adige.

Sabato 7 marzo, in occasione della Giornata Internazionale della donna, si è tenuto a Rovereto un incontro dal titolo “I giochi dell’infanzia e la cultura di genere”, che ha visto come relatrice Nadia Mazzardis, presidente di Se Non Ora Quando dell’Alto Adige.

L’incontro è stato organizzato da Donatella Conzatti, segretaria politica de l’ “Unione per il Trentino”  partito attualmente al governo (clicca qui per scaricare la locandina).

L’intento era quello di “proporre una riflessione su come la cultura di genere possa essere insegnata e praticata sin dai primi momenti dell’infanzia in modo da condizionare positivamente la visione del mondo e la percezione del ruolo all’interno della società”.

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Si inserisce nel progetto “She-Culture”, un percorso biennale (Ottobre 2013-Settembre 2015) finanziato nell’ambito del Programma Cultura 2007-2013, asse 3.2 “Progetti di co-operazione tra organizzazioni che svolgono analisi di politiche culturali” e co-finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo-Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte contemporanee.

Inutile sottolineare come il fine ultimo fosse quello di affermare pubblicamente che la scelta del sesso ha basi esclusivamente culturali e può quindi essere influenzata dai tipi di giochi che si comprano ai bambini. Prova ne è il video sulla  genderdizzazione dei giocattoli:

Naturalmente una tesi di questo tipo è insostenibile, dal momento che diversi studi dimostrano che “[…] la preferenza di giochi tipici dei maschi viene prima della consapevolezza di essere maschi” (T. Cantelmi, M. Scicchitano, Educare al femminile e al maschile, Roma, San Paolo, p. 90) e che “[…] le parole maggiormente associabili al tipo di gioco maschile sono competizione, motilità, eccitazione, aggressività, rispetto, regole, mentre al profilo di gioco femminile si possono abbinare parole come relazione, cooperatività, scambio e condivisione personale” (ibidem, p. 89).

La cultura dell’indifferentismo sessuale e della libera scelta del sesso [evitiamo volutamente di usare la parola “genere”, ndr] in cui riconoscersi è sempre più pervasiva e agisce in maniera subdola, celandosi dietro aspetti – come ad esempio quello degli stereotipi – che presentano aspetti molto complessi.

Proprio per questo motivo occorre vigilare e rimanere costantemente informati. Questo atteggiamento fa infatti paura alle associazioni pro-lgbt, come dimostrano i costanti attacchi di cui Notizie ProVita è vittima. Tuttavia la verità e la bellezza dell’essere uomini e donne, maschi e femmine, è troppo lampante per poter essere distrutta.

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Redazione

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