La GBV – Giornata Bambini Vittime della violenza, dello sfruttamento e dell’indifferenza contro la pedofilia - organizzata dall’Associazione Meter Onlus di don Fortunato Di Noto, non si è fermata nemmeno per un anno, neanche davanti al coronavirus. Si tratta di un’iniziativa (la prima in Europa e nel mondo) che Meter porta avanti da ben 26 anni, E che si celebra, quest’anno, dal 25 aprile al 2 maggio. Ne abbiamo parlato direttamente con don Di Noto.
Don Fortunato, come nasce e perché questa Giornata?
«La storia di questa giornata nasce da tre avvenimenti. Partiamo dal primo: il suicidio di un ragazzino che faceva parte della mia parrocchia che la sera prima avevo incontrato tutto contento perché si era fidanzato. Si tratta di una storia che ancora mi porto dietro, perché ha dell’incredibile, non si è arrivati infatti ancora a comprendere come mai, il giorno dopo, il ragazzino sia stato trovato impiccato. Il secondo avvenimento invece è un tentato omicidio da parte di una mamma nei confronti della sua bambina. Il terzo avvenimento fu la mia scoperta del “fronte di liberazione pedofili” e, soprattutto, la “giornata dell’orgoglio pedofilo” che si celebra ancora oggi, il 25 aprile. Quindi, 26 anni fa mi chiedevo da povero prete del sud cosa potevo fare, pensai che perlomeno potevo ricordare le vittime uccise. Peraltro, persino un pedofilo aveva stilato un elenco di bambini uccisi da altri pedofili, così mi misi a raccogliere questi nomi. Pensai di organizzare una commemorazione e delle preghiere. La prima giornata si chiamò “La giornata dei fiori recisi”. Pensai poi, che fosse necessario coinvolgere tutta la chiesa cattolica. Allora da quel momento, abbiamo cominciato a mandare, da tutti i vescovi d’Italia, un invito per messaggio e da Giovanni Paolo II in poi, abbiamo ricevuto le lettere di risposta dei pontefici. La giornata si chiudeva, poi, a San Pietro. È stato un appuntamento, il primo in Italia, che ha portato avanti un’opera di sensibilizzazione nei confronti della piaga della pedofilia. Abbiamo iniziato senza un soldo, con piccole cose»
Quest’anno il tema è “Oltre la porta per trovare l’infanzia”. Cosa significa?
«Per accogliere l’infanzia bisogna aprire le nostre porte, abbiamo delle porte chiuse che non permettono né di bussare né di aprire ai più indifesi. E’ assurdo che nel 2022 ci siano così tanti abusi sui minori. Già dal concepimento si compiono abusi: pensiamo alle madri che hanno un figlio in grembo e si danno all’alcol o vivono vite con abusi e maltrattamenti, questo già si ripercuote sul bambino, nel grembo materno. Pensiamo che i minori nel mondo, rappresentano circa il 30% della popolazione e sono circa 2 miliardi e 400 milioni e di questi, 1 miliardi e trecento milioni, come dicono alcune fonti, sono oggetto di abusi e di trascuratezza, maltrattamento, schiavitù. Se poi aggiungiamo il problema della pedofilia e della pornografia, quindi lo sfruttamento sui minori, dai neonati in poi, questo rende l’idea davvero della vastità e della gravità del fenomeno. Quindi non si tratta solo di “organizzare una giornata” ma di far conoscere il fenomeno».
Qual è il programma di quest’anno?
«Innanzitutto, attraverso il sussidio liturgico della domenica, formuliamo ogni anno una preghiera. Secondo, le spontanee iniziative: ad esempio, quest’anno siamo a Palermo con l’arcivescovo Orefice, in occasione di una fiaccolata dedicata alla Giornata Bambini Vittime che i parroci hanno organizzato per le vie della città. Lo scopo dell’iniziativa è ribadire che non possiamo tacere di fronte a certi crimini. Inoltre, nelle scuole italiane, abbiamo diffuso un concorso di fotografia che prevede un coinvolgimento da parte dei bambini che devono fare foto ad una porta, fotografandola possono aggiungervi un messaggio. Ci sono anche gruppi spontanei Meter, alcuni organizzano spettacoli teatrali, altri si dedicano a scrivere poesie, nella spontaneità più totale».
Ci sono quindi vari modi per dare il proprio contributo…
«Nelle parrocchie, il giorno 1 in modo particolare, verranno lette le preghiere formulate in queste occasioni. Abbiamo coinvolto inoltre molte diocesi siciliane, nella piena libertà, perché il nostro scopo è che il cuore si formi nella difesa dei bambini. Non amiamo le cose troppo strutturare perché vogliamo semplicemente sensibilizzare. I monasteri di clausura, per esempio, sono stati informati sull’argomento e coinvolti nella preghiera e nella formazione. Io stesso ho tenuto corsi di formazione, sulla pedofilia, a Piacenza a Noto ecc. Quindi se anche le suore di clausura vogliono essere coinvolte su un fenomeno del genere, allora abbiamo colto nel segno».