Come parte della Campagna Nazionale “Sempre per la Vita“, che ha riunito migliaia di giovani per le strade delle principali città del Cile, una giovane condivide la sua testimonianza contro l’aborto e di come ha salvato la vita di suo figlio.
Durante il giorno, uno dei volontari ha registrato l’emozionante testimonianza di Monica, una madre che ha deciso di avere il suo bambino pur avendo sofferto complicazioni mediche durante la gravidanza, e pur essendo stata incitata a sottoporsi ad un aborto.
“Ho avuto una gravidanza ad alto rischio e il padre di mio figlio a tre mesi voleva che io abortissi” . Monica ha detto che ha trascorso sei mesi in ospedale e le dicevano che suo figlio non sarebbe nato, o se lui nasceva, lei sarebbe morta.
“Ho combattuto per la vita di mio figlio e oggi è la miglior compagnia che ho. Lui è la mia ragione di vita, se lui non ci fosse, io non so cosa farei. Non ho mai pensato di abortire“, commentò Monica.
Durante la sua permanenza in ospedale, Monica ricorda che le proposero “la medicina per poter abortire, l’aborto terapeutico come lo chiamano”, ma lo rifiutò. “Non sanno il danno che possono fare a se stesse al perdere l’unica persona che l’accompagnerà fino alla fine della vita,” affermò.
Parlando di ciò che significa suo figlio nella sua vita, assicurò che “è la cosa più bella che le sia successa. Già ha sette anni... è la mia ragione di respirare... è la cosa più bella che mi sia successa... Tenete ai vostri figli, è una menzogna che ti tronca la vita, io studio, lavoro, avrò la mia professione. Ed è tutto per lui, che mi motiva a fare molte cose. Ha riempito la mia vita.”
La Campagna “Sempre per la Vita” ha ottenuto più di 80.000 firme, chiedendo ai candidati presidenziali e parlamentari “che rifiutino ogni tipo di aborto e propongano misure concrete per sostenere le donne in gravidanza”.
Il Cile è uno dei cinque paesi al mondo in cui l’aborto in tutte le forme è illegale, ma il tema è stato molto dibattuto negli ultimi mesi. Il 17 novembre, il Cile ha votato per il nuovo presidente.
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di Mauro Pierotti