Ma che cosa pensano gli italiani sull’utero in affitto? Da settimane ormai, in Italia, il dibattito politico e mediatico sembra non aver tenuto in adeguata considerazione l’opinione dei cittadini sul tema della compravendita di bambini. Il che, probabilmente, non è un caso. Sì, perché chi ha il polso della situazione, per così dire, certamente sarà a conoscenza di un dato: la stragrande maggioranza degli italiani non ne vuol sapere della maternità surrogata.
È stata costretta ad ammetterlo, sia pure a denti stretti – e cioè guardandosi bene da mettere ciò in evidenza, per esempio, con un titolo (anzi, mettendo un titolo che sembra raccontare l’opposto) – anche il quotidiano Repubblica. L’occasione è arrivata, in questi giorni, illustrando gli esiti di una indagine demoscopica condotta da Swg che presenta almeno due dati interessanti e sui quali riflettere. Il primo, il più rilevante, riguarda il fatto che alla domanda su quanto «sia comprensibile» il ricorso all’utero in affitto «per le coppie che vorrebbero avere figli in modo naturale, ma non riescono ad averne in modo naturale», ad aver risposto «molto o abbastanza comprensibile» è stato il 39% del campione.
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Se ne ricava – anche se Repubblica non ha certo sottolineato tale dato, assai scomodo per la narrazione progressista sul tema – che per il 61% degli italiani la maternità surrogata sia qualcosa di inaccettabile. E non è finita. Un’altra evidenza significativa, sempre con riferimento all’indagine di Swg, è emersa con il 58% dei cittadini che ritiene l’utero in affitto una forma di sfruttamento delle donne, mentre il 49% (comunque la quota prevalente, dato che il 12% non ha un’idea al riguardo) considera tale pratica «nei fatti un modo per comprarsi un bambino su misura».
Ergo, la maggior parte degli italiani è nettamente contraria a quello che il Pd e in generale l’area progressista stanno cercando di far passare, esercitando non poche pressioni – non solo politiche – sul governo e sul Parlamento italiano. Vale la pena sottolineare come il sondaggio riportato dal quotidiano fondato da Scalfari non sia certo il solo che ha riscontrato questa opinione prevalente sui cittadini. Anche una recente indagine condotta da Pagnoncelli, pubblicata sul Corriere della Sera e ripresa anche dal Riformista, infatti, ha rilevato una schiacciante maggioranza di italiani – pari ben il 65% - contraria alla compravendita di bambini. Certo, probabilmente qualche anno fa i contrari a tale pratica aberrante risultavano più numerosi. Questo è vero.
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Ma nell’Italia che pare spesso – anche se non lo è sempre – quasi indifferente alla legalizzazione dell’aborto procurato e che ormai tollera sia la fecondazione extracorporea nelle sue più disparate varianti sia le più recenti unioni civili, insomma in un Paese ormai sempre più laico e secolarizzato, che oltre sei cittadini su dieci non ne vogliano sapere della maternità surrogata, ecco, non è un dato da poco.
Prova ne sia che, da parte loro, i promotori di questa pratica le stanno provando proprio tutte – anche arrivando a inventare di sana pianta dei numeri, come quello dei 150.000 bambini che in Italia sarebbero “senza diritti” (bufala sotto tutti i punti di vista e che perfino il Corriere ha dovuto smascherare) – per cambiare la sensibilità comune. Che tuttavia, lo ripetiamo, su tale versante risulta ancora sana e lucida nel giudicare l’utero in affitto per ciò che, in definitiva, davvero è: un abominio.