23/08/2016

Gli uomini sono come gli animali? Alcune riflessioni

Mentre in tutto il mondo si incentiva l’aborto, i gruppi animalisti sono ormai riusciti a equiparare uomini e animali.

Anzi, ammettendo l’aborto, che è l’omicidio di un essere umano innocente, sembra proprio che per alcuni gli animali siano ben più importanti di un bambino. Ecco allora che si parla di “diritti animali”, dimenticando che solo le persone (compresi quindi i nascituri) sono titolari di diritti, poiché solo le persone hanno facoltà morale.

Gli animali non hanno diritti in senso proprio, non sono “soggetti di diritto”, e certi doveri che possiamo avere nei loro confronti sono tali sempre in relazione alle persone (le sevizie, ad esempio, ledono la dignità di chi le mette in atto, e non quel- la dell’animale che le subisce); oppure sono doveri relativi a interessi diffusi di cui è titolare la società umana (che la natura e quindi gli animali vadano rispet- tati è ovvio).

Purtroppo anche molti cattolici cedono all’ideologia animalista, dimenticando l’insegnamento del Catechismo della Chiesa Cattolica. Nella Genesi si esprime chiaramente la superiorità ontologica dell’uomo su tutte le altre creature e la sua sostanziale differenza da esse (Cfr. CCC 371).

L’uomo è infatti a immagine e somiglianza di Dio e possiede un’anima immortale. Gli animali no.
Per il Catechismo, «Gli animali, come anche le piante e gli esseri inanimati, sono naturalmente (ovvero è deciso così da Dio stesso! n.d.r.) destinati al bene comune dell’umanità passata, presente e futura» (CCC 2415). Quindi l’animale è per l’uomo e non il contrario, sebbene l’essere umano, non avendo signoria assoluta sul creato, debba sempre usare le risorse della natura in maniera etica.

«Gli animali sono creature di Dio. Egli le circonda della sua provvida cura. Con la loro semplice esistenza lo benedicono e gli rendono gloria. Anche gli uomini devono essere benevoli verso di loro. Ci si ricorderà con quale delicatezza i santi, come san Francesco d’Assisi o san Filippo Neri, trattassero gli animali (ma non erano affatto vegetariani, così come non lo era Gesù, n.d.r.)» (CCC 2416).

Contro chi straparla di diritti animali e ritiene l’uomo sempre e solo un nemico del creato, il Catechismo afferma: «Dio ha consegnato gli animali a colui che egli ha creato a sua immagine. È dunque legittimo servirsi degli animali per provvedere al nutrimento o per confezionare indumenti. Possono essere addomesticati, perché aiutino l’uomo nei suoi lavori e anche a ricrearsi negli svaghi. Le sperimentazioni mediche e scientifiche sugli animali sono pratiche moralmente accettabili, se rimangono entro limiti ragionevoli e contribuiscono a curare o salvare vite umane» (CCC 1417).

Chiaramente, avversare l’ideologia animalista (e antiumana) non significa approvare la violenza sugli animali. Anche qui la Chiesa è molto precisa. «È contrario alla dignità umana (umana, non animale! n.d.r.) far soffrire inutilmente gli animali e disporre indiscriminatamente della loro vita. È pure indegno dell’uomo spendere per gli animali somme che andrebbero destinate, prioritariamente, a sollevare la miseria degli uomini. Si possono amare gli animali; ma non si devono far oggetto di quell’affetto che è dovuto soltanto alle persone» (CCC 1418).

Come si vede, il Catechismo usa toni pacati, equilibrati e di pro- fondo buon senso. Buon senso assente invece in molte dichiarazioni di politici e uomini dello spettacolo che sono favorevoli all’aborto (ci mancherebbe!), ma provano una furia disumana se un gatto viene maltrattato. D’altronde, si sa, quando non si rispettano più i diritti di Dio, non si hanno più a cuore nemmeno i diritti dell’uomo. E allora non resta che blaterare su quelli delle bestie.

Federico Catani

Fonte: Notizie ProVita, luglio-agosto 2014, p. 20

 

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