27/08/2019

Governo e principi non negoziabili, Agnoli: «Si prospettano tempi cupi»

L’unico fattore che potrebbe ipoteticamente frenare la deriva valoriale di quello che potrà essere il prossimo esecutivo è il timore di perdere consensi. Quanto all’ormai imminente sentenza sul fine vita, è assai probabile che la Corte Costituzionale possa allinearsi alla probabile, ma non ancora certa, nuova maggioranza giallorossa, con la definitiva introduzione dell’eutanasia nel nostro ordinamento giuridico. A dichiararlo a Pro Vita & Famiglia è Francesco Agnoli, giornalista, scrittore ed esperto di questioni bioetiche.

Vista l’inerzia del Parlamento, tra un mese esatto, la Corte Costituzionale si pronuncerà sul fine vita. Qual è, a suo avviso, l’esito più prevedibile?

«La Corte Costituzionale è un organo abbastanza connesso con la politica, per cui non mi stupirebbe più di tanto se, tenendo conto dell’indirizzo del nuovo probabile governo, procedesse nella direzione già indicata nell’ordinanza 207. La Corte non ha troppe possibilità: o ripassa la palla a un Parlamento che andrà nella direzione dell’ordinanza, oppure, forte del sostegno politico, procederà essa stessa verso l’introduzione definitiva dell’eutanasia in Italia. Personalmente, io avevo visto di buon occhio il ddl Pagano: l’avevo trovato sia moralmente accettabile, sia opportuno per impedire che la Corte si pronunciasse a favore dell’eutanasia. Oltretutto Alessandro Pagano è una persona piuttosto influente nel mondo pro life. Assieme a Eugenia Roccella è tra i parlamentari che, a suo tempo, hanno dato più battaglia sul ddl Scalfarotto, rallentandone fortemente l’approvazione alla Camera, fino a bloccarlo definitivamente».

Quanto potrebbe essere dannoso un governo PD-M5S per i principi non negoziabili?

«Mettendo insieme i due partiti nichilisti per definizione, da questo punto di vista, il nuovo governo rischia di essere disastroso. È vero che ormai resta poco da introdurre in fatto di legge inique ma è probabile che la deriva etica continuerà. Si rischia soprattutto di ricreare un clima culturale e politico favorevole alla sovversione totale dei principi non negoziabili. È vero che nemmeno l’esecutivo appena concluso non è stato impeccabile: personaggi come il sottosegretario Spadafora o il ministro Bongiorno sono ben lontani dai principi non negoziabili. È vero che anche governatori leghisti come Zaia e Fontana hanno poco a che vedere con la tutela della vita e della famiglia ma è altrettanto vero che la presenza al governo della Lega, grazie a Salvini e Fontana in particolare, ha frenato la deriva valoriale. Va anche detto che in una regione come il Friuli Venezia Giulia, il presidente Massimiliano Fedriga si è dimostrato sensibile a questi temi, quando, ad esempio, ha bandito l’uso della triptorelina dal sistema sanitario regionale. Obiettivamente si rischia un governo devastante. Che questo esecutivo, poi, decida astutamente di non premere troppo, perché tra un paio d’anni si torna ad elezioni, quindi conviene in qualche modo “riposizionarsi”, potrebbe anche accadere. Tuttavia dubito che accadrà, vista l’ostinazione con cui il Pd sta proseguendo le sue campagne sull’utero in affitto e altre istanze, senza mai deflettere, nonostante i sondaggi e nonostante gli ultimi esiti elettorali. Si prospettano quindi tempi cupi. Rischiamo davvero di avere per 2-3 anni un’Italia senza anticorpi ma continuerò a sperare fino all’ultimo che non accada. Bisogna capire se questi personaggi scommetteranno di rovesciare tutto in tre anni, oppure se, invece, capiranno che rischiano di uscirne a pezzi».

C’è un fronte su cui si rischierebbe in modo particolare?

«Sicuramente l’eutanasia ma penso anche alla libertà d’educazione. Per un anno abbiamo avuto un ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, che, sia pur silenziosamente, si è mostrato tra i più affidabili. Al contrario, abbiamo avuto un ministro della Sanità, Giulia Grillo, che, oltre ad introdurre la triptorelina, come ultimo provvedimento prima della caduta del governo, ha approvato il silenzio-assenso nella donazione degli organi: a molti questo atto potrà apparire come un atto caritatevole ma in realtà è illiberale e totalitario come pochi. Del resto, ormai, il corpo – lo vediamo con l’utero in affitto – è un oggetto in vendita. C’è da temere anche sul fronte droga: già la stessa Grillo si era mostrata molto aperta all’antiproibizionismo ma va comunque ricordato che il governo Renzi ha premuto molto per la legalizzazione della cannabis. Dovremo aspettarci eutanasia, droga libera, gender, retorica femminista. Quanto poi tutto questo sarà utile al Pd, con le elezioni regionali alle porte in Umbria, Emilia-Romagna e Toscana, sarà tutto da vedere».

Luca Marcolivio

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