15/01/2013

«I bambini non sono una merce»

Mons Paglia: «La famiglia è patrimonio dell’umanità»

Non si placano le polemiche sulla possibilità di adottare un bambino da parte di una coppia gay. Per il presidente del Pontificio consiglio della famiglia Vincenzo Paglia «l’adozione dei bambini da parte degli omosessuali, porta il bambino ad essere una sorta di merce, cioé: come ho diritto a questo, ho diritto anche a quell’altro». Il ‘ministro’ vaticano per la famiglia lo ha detto in una intervista alla Radiovaticana sulla manifestazione che si è svolta il 13 gennaio in Francia contro la proposta di legge del ministro Hollande di introdurre le nozze gay con diritto all’adozione.
Nella ampia intervista all’emittente pontificia mons. Paglia non cita la sentenza della Cassazione italiana di ieri, che sta continuando a suscitare polemiche e a cui il quotidiano dei vescovi Avvenire ha dedicato la prima pagina del 12 gennaio parlando di «una sentenza ambigua che crea sconcerto».

«Il matrimonio e la famiglia non sono la realtà di un gruppo ma patriomonio dell’umanità»

Secondo Paglia «il bambino deve nascere e crescere all’interno di quella che – da che mondo è mondo – è la via ordinaria, cioé con un padre e una madre. Il bambino deve crescere in questo contesto».
«Ora, purtroppo, accade in effetti che a volte ci siano situazioni drammatiche, ma attenzione: la patologia è una cosa, e inficiare questo principio è pericolosissimo, per il bambino anzitutto, ma per l’intera società. Faccio un solo esempio: che un padre e una figlia debbano volersi bene, è ovvio, e questo amore deve crescere. Ma non posso pretendere che questo amore diventi amore coniugale, perché altrimenti squilibriamo tutto e andremmo nella Babele delle parole che è la spiaggia del baratro per la stessa società. Mi pare molto intelligente», osserva mons. Paglia.

L’APPOGGIO ALLA CHIESA FRANCESE. «Innanzitutto, l’atteggiamento dell’Episcopato francese, e cioé far comprendere che il matrimonio e la famiglia non sono la realtà di qualcuno: è la realtà dell’umanità. In questo senso, che la Chiesa promuova l’evento assieme a tanti altri – ma senza che i vescovi ne siano loro in prima persona i promotori – mi pare molto saggio; ed è anche il motivo per cui la Chiesa deve interessarsene: perché, appunto, non è una questione di un gruppo, ma è patrimonio dell’umanità intera! E fiaccare o inficiare la robustezza del matrimonio e della famiglia, è assolutamente cruciale per il futuro dell’umanità».

NO AL LINGUAGGIO NEUTRO. Con formule che promuovono in linguaggio neutro, per cui non si parla più di padre e madre ma di genitore A e genitore B, secondo il ministro del Papa per la famiglia «rischiamo solo il ridicolo», perché «l’uguaglianza è una cosa, il rispetto della diversità è altro perché proprio per avere un’uguaglianza robusta è necessario rispettare le diversità».

Fonte: Radio Vaticana

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