21/04/2016

I Down inglesi protestano contro chi vuole sopprimerli

Più e più volte abbiamo parlato della sindrome di Down e di come ormai le persone con trisomia 21 stiano scomparendo nel mondo occidentale a causa dell’aborto (vedi qui).

Una verità di cui nessuno vuole parlare e che anzi è nascosta sotto una spessa coltre di ipocrisia.

In tv, per strada e sui giornali ti linciano se usi la parola “handicappato” e ci si sbraccia per portare davanti alle telecamere i Down (l’ultimo esempio in tal senso è il programma “Ballando con le stelle”). Peccato però che poi gli stessi mass media e tanti radical-chic politically correct ammettano tranquillamente che è giusto abortire un bimbo malato, per eliminare il “problema” alla radice e in nome di un presunto “amore” verso la vittima.

E pensare che oggi si può condurre una vita normale anche con un cromosoma in più...

A tal proposito, la Society for the Protection of Unborn Children (SPUC) riferisce che lo scorso 18 aprile la campagna Don’t Screen Us Out ha radunato molte persone affette da sindrome di Down insieme alle loro famiglie per manifestare davanti al Parlamento inglese, a Londra, contro la proposta di legge sullo screening prenatale. In pratica nel Regno Unito vogliono introdurre un nuovo test sul sangue materno che sarebbe in grado di verificare, sin dai primi mesi di vita, se il figlio in grembo ha la trisomia 21.

Down_Inghilterra_aborto
Uno scatto della manifestazione preso dal sito della SPUC

Se la legge venisse approvata, la nuova tecnica non farebbe altro che incentivare la soppressione fisica di bambini con sindrome di Down. Attualmente, il 92% di questi viene abortito e la normativa vigente lo permette quasi fino al momento della nascita.

I manifestanti hanno chiesto al governo di aumentare piuttosto il sostegno ai Down e alle loro famiglie e di operare affinché i genitori che si trovino a vivere questa particolare situazione siano ben informati. Come dicevamo, infatti, oggi avere un cromosoma in più non è così debilitante come avrebbe potuto esserlo decenni fa. E ad ogni modo, nulla può giustificare l’omicidio di un innocente solo perché non è... “perfetto”: eugenetica di stile nazista.

I fautori della nuova tecnica di screening sostengono che il loro obiettivo è ridurre il numero di aborti spontanei dovuti alla pratica dell’amniocentesi. Inoltre, lo abbiamo già accennato, sarà ancora più facile scoprire subito se il proprio figlio è malato oppure no. Bisogna però ribadire che tutto ciò di fatto significa che si abortirà un maggior numero di bambini Down. I diretti interessati lo hanno capito benissimo e per questo hanno protestato.

Inutile parlare di lotta alla discriminazione se poi si sposano teorie eugenetiche (che – va sottolineato – nascono proprio proprio nell’Inghilterra di fine Ottocento e non col nazismo). La prima vera e basilare forma di non discriminazione è garantire a tutti, a prescindere dallo stato di salute, il diritto alla vita.

Redazione


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