È vero che le categorie politiche sono finite in soffitta e si ha l’impressione che vengano prese in considerazione solamente per semplificare il discorso a favore degli elettori ma qui siamo di fronte ad un vero e proprio stravolgimento delle parti in campo.
Dopo la corsa di diversi esponenti di Forza Italia, capitanati dalla fidanzata di Silvio Berlusconi, ad iscriversi all’Arcigay è nato un nuovo fronte: quello dei liberali totalitari che ammiccano alla sinistra moderna.
Essere gay friendly è necessariamente percepito come massima espressione del liberalismo –trascurando il fatto che, se vogliamo dirla proprio tutta, essere liberali sottende proprio fregarsene di tutto ciò che attiene alla conduzione di vita privata di un cittadino la quale rientra esclusivamente nella sua sfera individuale; opinione però che vuole imporre se stessa con la forza persuasiva del tintinnar di manette.
Il fronte liberale, da sempre schierato contro i cosiddetti reati d’opinione e l’eccessivo rigore del Codice Rocco, si ritrova ad essere il primo difensore del disegno di legge Scalfarotto.
E che dire della sinistra? “Io che sono nata radicale e femminista,” dichiara in una lettera aperta a Il Foglio l’On. Eugenia Roccella “che ho vissuto gli anni del caso Braibanti, e ricordo come la sinistra trattava “gli invertiti”, compreso Pasolini, che ho passato la giovinezza tra lesbiche e froci (allora rivendicare gli appellativi dispregiativi adoperati comunemente e rovesciarli era una gioiosa sfida al benpensantismo), non mi ci raccapezzo più. Ma come, Pasolini non ha accoratamente pregato, nel suo testamento, la lettera mandata al congresso radicale nel giorno della sua morte, di “continuare a scandalizzare”, di non omologarsi?”
“I gay” prosegue nell’analisi “vogliono i figli con l’utero in affitto, vogliono farsi fotografare mentre stringono al petto nudo il bimbo appena partorito da una donna che deve essere subito espulsa dalle immagini.”
Il segno pare inevitabilmente cambiato. Abbandonata l’ortodossia del pensiero di Pasolini, si naufraga sull’isola del politicamente corretto.
“Va bene, abbiamo capito, la strategia è cambiata: non più libertà sessuale ma “normalizzazione”, la parola d’ordine non è più “sono diverso e ne sono fiero”, ma “non sono diverso e se tu lo affermi ti denuncio” , chiosa la Roccella.
Redazione