La sacralità della Vita, il valore aconfessionale di questa battaglia che trascende ogni appartenenza religiosa. Inutile polemizzare, inutile fomentare: il valore che difendiamo è troppo importante per perdersi in inutili congetture.
Riportiamo con piacere la riflessione in merito del portale Campariedemaistre.
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Negli ultimi giorni stiamo assistendo ad un triste spettacolo che mai avremmo voluto vedere. Un sito di area cattolico-tradizionalista ha infatti dato spazio ad un indecoroso quanto controproducente dibattito tutto interno a una parte del mondo pro-life italiano, quello più fervente e serio. Per essere più precisi, l’oggetto delle discussioni è la Marcia per la Vita, che, forte dei suoi successi, quest’anno giunge alla sua quarta edizione. Ovviamente, se alcuni avessero evitato di scrivere articoli equivocabili (almeno dai malevoli), probabilmente non si sarebbe scatenata alcuna guerra. Tuttavia, dobbiamo deplorare quanto si è sviluppato da qualche a tempo a questa parte. Di sicuro a guadagnarci da questo scempio sono solo e soltanto i gestori del sito summenzionato, che dietro la difesa della regalità sociale di Cristo, hanno evidentemente più interesse ad aumentare il numero delle visite e pertanto godono un mondo delle divisioni che purtroppo ci possono essere altrove. Ma poiché a tal riguardo si potrebbe obiettare con la celebre esclamazione di Ed Hutcheson: “That’s the press, baby. The press! And there’s nothing you can do about it. Nothing!“, allora tanto vale rispondere per le rime senza entrare nelle diatribe e mettendo piuttosto i puntini sulle “i”.
La Marcia per la Vita, per cui, seppur in minima misura, ho il piacere e il privilegio di lavorare, ha due obiettivi precisi, sin dalla nascita: affermare la sacralità della vita umana e perciò la sua assoluta intangibilità dal concepimento alla morte naturale, senza alcuna eccezione, alcuna condizione, alcun compromesso; combattere contro qualsiasi atto volto a sopprimere la vita umana innocente o ledere la sua dignità incondizionata e inalienabile. Questo è quello che sta scritto sul sito della Marcia. Questo è ciò in cui credono e per cui lottano tutti coloro che hanno ideato e voluto la Marcia e che, a differenza di altri, lavorano sodo per la sua riuscita (penso, tra tutti, alla portavoce Virginia Coda Nunziante e a Francesco Agnoli). Tutto il resto conta niente. Le chiacchiere stanno a zero. Tra l’altro, quest’anno è stato deciso di dare uno slogan alla Marcia: “Per la vita senza compromessi”. Il che esprime efficacemente qual è la linea di questa bella e importante iniziativa.
Ora, proprio a causa di questa linea, le prime critiche alla Marcia sono arrivate “da sinistra”, da quel mondo pro life assonnato, amante dell’accomodamento e delle poltrone politiche, che in trent’anni di vigenza della criminale e omicida legge 194/1978 ha preferito scegliere la fallimentare strategia del minimalismo e del non scontentare nessuno, per non disturbare i benpensanti. Nonostante tutto il bene che i Centri di Aiuto alla Vita hanno fatto e continuano a fare, infatti, un certo settore di cattolici pro-life non ha mai condannato espressamente, senza se e senza ma, la 194 e non è mai sceso in piazza, a differenza di quanto accade da anni in tanti altri Paesi. Il risultato ottenuto? L’irrilevanza più totale sul piano politico-culturale. E proprio per reagire a questa strategia è nata la Marcia. Ecco perché risultano inconcepibili le critiche che vengono “da destra”, da quelle menti troppo contorte e complicate per uno semplice come me. Come si fa a dire che tra i promotori della Marcia vi sono alcuni favorevoli alla 194? Come si possono definire “cripto-abortisti” e “neo-democristiani” uomini e donne che hanno messo in gioco se stessi, subendo forti attacchi, per creare un evento di rottura con la linea minimalista di sempre? Tutto ciò è assurdo, è calunnioso, è folle. Ci possono essere, anche tra gli organizzatori, sfumature diverse e strategie diverse, ma l’obiettivo è lo stesso, non dimentichiamolo! Si può giustamente discutere su chi invitare o non invitare ad un convegno e alcune scelte possono non essere condivisibili, ma di qui a condurre infinite velenose polemiche, dando del traditore o del doppiogiochista ad altri, ce ne corre!
Al contempo, è davvero sciocco criticare la Marcia per la sua aconfessionalità. Ma scusate, signori, la difesa della vita non trascende forse l’appartenenza religiosa? La vita non è per caso uno di quei valori non negoziabili, facenti parte del diritto naturale e dunque scritti nel cuore di ogni uomo? E allora perché mai creare problemi quando non ce n’è motivo e vedere il male ovunque? Ciascun dal proprio cuor l’altrui misura! Da quando la Marcia è stata spostata a Roma si è sempre lavorato per includere tutti coloro che, di buona volontà, si fossero mostrati favorevoli alla battaglia, tenendo però sempre fermo e chiaro il messaggio, peraltro ben espresso dai tanti cartelli che chiedono l’abrogazione della 194 e denunciano l’omicidio dell’aborto. Dove sarebbero le ambiguità? Dove la volontà di normalizzazione? A me pare che tutti gli anni vi siano state polemiche contro i “fascisti” che marciano per ledere i diritti delle donne e per riportare le lancette dell’orologio al Medioevo... O sbaglio? E se ciò avviene, come si può sostenere che il messaggio della Marcia è stato annacquato? A dar retta a certi tribuni spuntati fuori dal nulla e che pretendono di essere gli unici puri, si dovrebbe marciare in quattro. Salvo poi dividersi in altri gruppi, per ripicche e rivalità bambinesche, come spesso accade in certi ambienti.
Ebbene, poiché si è dato vita ad un qualcosa di nuovo, che vuole attirare l’attenzione su un tema dimenticato e creare le condizioni per cancellare tutta una serie di leggi inique e magari per impedire che ne vengano approvate altre, cerchiamo di non rovinare tutto! Restiamo uniti e non troviamo pretesti di litigio solo per mascherare giochi di potere o per far emergere il nostro ego. Cerchiamo anche di non cadere nella trappola tesa da certi siti. Se qualcuno scrive poemi in cui oltrepassa ogni limite di civile decenza, lo si lasci cuocere nel suo brodo. Male ha fatto chi ha ceduto alla provocazione ed ha risposto, innescando una catena di altri articoli solo e soltanto dannosi per la causa. E allora, anziché polemizzare inutilmente sul web, si lavori per la buona riuscita della Marcia per la Vita. Poi ci sarà tutto il tempo di discutere. Ma di persona, in privato e non in mezzo alla strada, perché gli eventuali panni sporchi, si devono lavare in casa.
Viva la Marcia per la Vita!
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