Lo sappiamo e lo ribadiamo, a scanso di equivoci: la pornografia è e sarà sempre sbagliata, un male, una mercificazione dei corpi di donne e uomini. C’è però il peggio nel peggio. Ovvero la pornografia che sfrutta immagini di abusi di donne per incrementare il proprio, orrendo, business. Ed è, purtroppo, quasi la totalità della pornografia.
E’ il drammatico scenario che emerge da un recente un rapporto dell’organismo di vigilanza sull’uguaglianza nominato dal governo francese e che dimostra come addirittura il 90% dei contenuti pornografici online presenta violenza verbale, fisica e sessuale nei confronti delle donne, e una quantità significativa di questa violenza mostrata è punibile secondo le leggi esistenti proprio in Francia.
Mercoledì scorso l'Alto Consiglio francese per l'uguaglianza tra donne e uomini ha consegnato al governo questo rapporto choc sulle pratiche illegali dell'industria del porno, sollecitando modifiche alla legge per perseguire i produttori di pornografia e rimuovere i contenuti per proteggere coloro che sono stati filmati. Il rapporto afferma che «le donne sono reali, gli atti sessuali e la violenza sono reali, la sofferenza è spesso perfettamente visibile e allo stesso tempo erotizzata». Il rapporto cita anche l'opinione del pubblico ministero francese secondo cui la stragrande maggioranza della pornografia contiene violenza verbale e fisica che violava la legge francese.
Il rapporto, inoltre, condanna «l’inazione» dello Stato e delle autorità francesi di fronte a decenni di pressioni da parte dell’industria della pornografia che difendeva la libertà di espressione. Il documento poi afferma a che che occorre porre fine a ciò che si definisce «cecità e negazione» da parte dello Stato, che ha concesso all’industria della pornografia «totale impunità».
Fonte: Feminist Legal