01/03/2022 di Anna Bonetti

Il baratro sempre più profondo dell’aborto in Francia

Una notizia agghiacciante giunge dalla Francia, dove una nuova legge ha esteso ulteriormente il “diritto” all’aborto da 12 a 14 settimane e con questo anche la possibilità di eseguire aborti chirurgici da parte degli ostetrici.

L’iniziativa di questo disegno di legge è stata presentata dalla deputata francese Albane Galliot, fervente femminista ed esponente del movimento dei Verdi.

Il testo è stato approvato con 135 voti favorevoli, 47 contrari e 9 astensioni. La giustificazione? Secondo la ministra Galliot occorre tutelare tutte quelle donne che non possono permettersi di andare all’estero per abortire oltre la 12esima settimana. Infatti, la stessa ministro ha dichiarato che ogni anno in Francia tra le 4 mila e 5 mila donne sarebbero “costrette” ad andare all’estero ad abortire. “Penso a tutte le donne che non possono permettersi di partire – ha dichiarato - a quelle che, come negli anni Settanta, sono costrette nel nostro paese a mettere in pericolo il proprio corpo per far valere questo diritto”.

La nuova legge abolisce il periodo di riflessione obbligatorio di due giorni dopo la consultazione e prevede che le agenzie sanitarie regionali creino una banca dati con l’elenco dei professionisti che praticano aborti.

Le associazioni femministe parlano di vittoria, quando in realtà ben sappiamo che l’aborto è una grande sconfitta per tutti noi e anche per tutte quelle donne (e uomini) che per mezzo di questo crimine vengono soppresse nel grembo materno. I loro diritti non esistono?

Ad opporsi al disegno di legge è stata, tra gli altri, anche Valérie Pécresse, esponente del partito repubblicano francese e vicina all’associazione pro-life “La Manif por Tous”. Il presidente Macron ha dichiarato di essere contrario all’aborto oltre le 12 settimane, ritenendo che un periodo di attesa aggiuntivo non sia neutro rispetto al trauma di una donna, nonostante il suo partito si sia dichiarato fortemente a favore del disegno di legge Galliot.

L’obiettivo iniziale del testo era quello di rimuovere l’obiezione di coscienza, dettaglio che fortunatamente non è passato. D’altronde sappiamo, come ricorda il giuramento di Ippocrate, che ogni medico ha il dovere morale di operare sempre in favore della vita: in questo caso – aggiungiamo noi – sia della madre che del figlio.

Si evince, da quanto successo in Francia, quanto ancora una volta la menzogna riesca a prendere il sopravvento sulla ragione e conduca le persone ad una visione distorta della realtà. Un tentativo di trascinare l’uomo in un baratro che lo porta a confondere il bene con il male, con la pretesa di equiparare l’omicidio di vite umane innocenti a una qualsiasi operazione medica volta alla salvezza della vita.

Proprio su questo punto, ovvero sulla vita umana, gli abortisti hanno edificato da sempre una propria teoria, negando di considerare le vite appena concepite in quanto tali e di conseguenza negando loro il diritto alla vita.

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