Quel bambino non lo voglio. So che devo abortire. Anzi... faccio il diavolo a quattro per prendere un appuntamento. Del resto... nulla di nuovo, l’ho già fatto due decadi fa, quando di anni ne avevo 22. L’avevo vissuto come un atto di libertà. Il mio compagno lo conosco da poco, la mia famiglia non mi supporta. Nemmeno da amici cattolici ho trovato aiuto.
Parole, tante nebulose parole. Così confuse che è bastata un’ecografia ed il rumore del piccolo cuore che batteva per far diventare Nicoletta una madre.
Ecco la storia raccontata da Il Giornale.
___
«Sono Nicoletta Zammi, mamma di Samuele che è in giro qua che gioca e adesso ha sei anni. Mi costa tantissimo parlare, forse perché mi sembra incredibile aver pensato di non volere questo bambino. Ma io effettivamente non lo volevo. Avevo 42 anni e convivevo con uomo conosciuto un anno prima. Facevamo fatica ad andare d’accordo. A 22 anni, con molta leggerezza, come fosse un atto di libertà, avevo già abortito. Ho avuto un ictus e avevo un’invalidità che mi creava difficoltà nel cercare lavoro, ero sieropositiva. Daniele, con un passato simile al mio, non trovava lavoro. Lavoravo solo io come invalida. Avevo paura di contagiare il bambino o di lasciarlo orfano. Continuavo a piangere ma non vedevo soluzioni.
Sapevo che dovevo uccidere questo bambino. Ho fatto il diavolo a quattro per fissare la data dell’aborto e in quel mese mi sono messa a cercare un’alternativa. Non avevo appoggi in famiglia e persino persone credenti, cattoliche, mi sconsigliavano di portare avanti questa gravidanza. Poi ho incontrato don Giorgio. Mi ha proposto un contatto con il consultorio diocesano. Ho fatto un colloquio con un medico volontario, mi ha detto: «Per prima cosa facciamo un’ecografia per vedere se è vivo». E quando ho sentito battere il cuore di Samuele ho deciso che l’avrei tenuto. Mi sono rivolta al Cav di Capriolo e non mi sono mai più sentita sola. Abbiamo conosciuto chi ci ha aiutato quando il bambino aveva due anni e mezzo ed è come avere una seconda famiglia. Samuele li chiama zii».