Apprendiamo da un blog dedicato alle mamme, Vita da mamma, la storia di un bambino Down, Leo, e del suo papà, che sono stati abbandonati dalla mamma.
E’ una triste storia, segno dei tempi in cui vige la cultura dello scarto, in cui tutto ciò che non è perfetto si butta via, in cui anche i figli sono ormai cose di proprietà che, o rispettano certi canoni, o si ammazzano o, come in questo caso, si abbandonano.
Pare che la mamma di Leo abbia messo il marito Samuel davanti a un ultimatum in sala parto, mentre il bimbo era tra le braccia del papà: se lui avesse voluto tenere il bambino lei se ne sarebbe andata. E così è stato.
In un’intervista pubblicata sul portale web ABC News, Samuel non ha nascosto la sua fragilità di uomo e ha confessato che non è stato facile accettare che Leo era affetto da trisomia 21. Tuttavia appena lo ha visto il cuore del papà ha prevalso: “Ho guardato questo bambino e mi sono detto: lui è bello, lui è perfetto e posso assolutamente crescerlo”.
I due vivono in Nuova Zelanda dove Samuel, che è un libero professionista freelance, ha aperto una pagina web intitolata “Portare Leo a casa”: il suo scopo è diffondere la storia di Leo e raccogliere abbastanza fondi per sostenerne la crescita e le cure sino all’anno di vita in modo da poter rinunciare al lavoro quasi completamente e dedicarsi a Leo come un “mammo” a tempo pieno.
Lo scopo di questo papà “abbandonato” dalla moglie è dimostrare che i bambini Down possono amare ed essere amati come gli altri e meritano di essere accettati come gli altri.
Redazione