Ne avevamo già parlato in questo articolo della promessa di Arcigay Milano di ritorsioni contro la Regione Lombardia per l’approvazione nello scorso mese di Luglio di un documento a difesa della Famiglia.
Puntuale come un orologio svizzero, l’arcigay attacca direttamente Expo 2015 . Il presidente Flavio Romani accusa di omofobia (sic!) gli organizzatori e contesta il mancato coinvolgimento: “Servirebbe un respiro culturale più elevato”.
Il presidente continua affermando: “L’ Expo 2015 , a firma dell’iper-macho Maroni, si preannuncia come una fiera del virilismo... I vertici Expo non ci hanno contattato, tanto meno i loro uffici comunicazione”
E ancora: “Non siamo stati coinvolti a livello ufficiale, ..., e non c’è nulla dedicato al mondo gay: un vero peccato, perche’ Milano ... non si merita questo, anzi, .... Forse riusciremo a essere presenti all’interno dell’ Expo 2015 con un minimo di spazio che riusciremo a comprare come altre aziende, proprio come se fossimo un’azienda, un espositore qualsiasi, uno stand – che sono molto cari peraltro”
Come si può leggere dalle righe dell’articolo, il Presidente pretendeva di avere un contatto diretto con i vertici di Expo 2015, alla pari di una azienda leader e come se parlasse a nome di miliardi di persone.
Le singole regioni italiane hanno pagato fior di milioni di euro i propri spazi espositivi ad Expo2015, per un evento che può dar lustro all’arte e alla cultura dell’Italia, mentre Arcigay pretenderebbe spazi gratis per veicolare, forse, il ‘folklore’ del gaypride e pubblicizzare i locali alla moda per il ‘cruising’, cosa peraltro già da loro stessi sottolineata riguardo la nota vicenda, finanziata dal Comune di Milano, dell’applicazione per cellulari che non ne avrebbe tenuto conto.
Puntuali come orologi svizzeri vero, ma rimestando la solita minestra riscaldata!
Redazione
Fonte: Corriere Della Sera – Milano