Dopo il Campidoglio, la Regione Lazio fa sua la battaglia in favore del “Gender”, anche se camuffata da lotta alla violenza sulle donne.
Il percorso è ormai noto: usare temi condivisi come specchietto per le allodole a coprire ben altri fini, all’inizio mai apertamente dichiarati!
E’ di questi giorni infatti la notizia che la maggioranza con l’appoggio del gruppo “5 stelle”, ha voluto accelerare a tutti i costi la discussione in Aula di una proposta di legge, incostituzionale, ingannevole e ipocrita sin dal titolo: “Riordino delle disposizioni per contrastare la violenza contro le donne in quanto basata sul genere e per la promozione di una cultura del rispetto dei diritti umani fondamentali e delle differenze tra uomo e donna.”
Va ricordato in proposito che la regione Lazio ha già una legge di contrasto alla violenza sulle donne (LR n.16 14/5/2009), fatta dalla allora maggioranza di centrosinistra! Dunque, se la necessità fosse quella di aggiungere qualche ulteriore misura, come ad esempio strutture espressamente dedicate al recupero e al sostegno delle persone vittime di violenza, lo si potrebbe fare benissimo emendando la stessa legge in vigore.
Ciò che è gravissimo è qui che venga strumentalizzato ideologicamente il drammatico tema della violenza sulle donne, volendo raggiungere tutt’altro obiettivo: inserire il gender e quindi l’ideologia Lgbt nel cuore delle politiche regionali.
La sostanza della legge è, quindi, di fatto del tutto estranea a quelle che sarebbero le sue finalità dichiarate per come sono presentate alla stampa e all’opinione pubblica e questo è scorretto, sia politicamente che da un punto di vista normativo.
Bisogna a questo punto che tali colpi di mano vengano smascherati pubblicamente per fare luce su quanto invece si vuol far passare nelle tenebre e nel silenzio. Va detto chiaramente che qualora questa legge fosse approvata così com’è si compirebbe uno stravolgimento antropologico e culturale nella direzione voluta dal mondo Lgbt, con reazioni a catena incontrollabili sul piano educativo e sociale. Esortiamo la società civile a risvegliarsi da quella sorta di anestesia generale in cui sembra piombata e a dire no a questi ripetuti tentativi di manipolazione delle coscienze.
La Manif Pour Tous – Italia